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Cpi, procuratore accusato di molestie sessuali: si autosospende fino a termine indagini

Si tratta del 55enne Karim Khan, che ha negato tutte le accuse e ha invece sottolineato come queste siano solo una campagna di disinformazione nei suoi confronti. Lo scandalo sarebbe venuto alla luce nel novembre 2024, in concomitanza con la decisione della corte di emettere mandati di arresto nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant

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Karim Khan, procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) ha deciso di autosospendersi dall’incarico, al fine di evitare un ulteriore bufera legata alle accuse rivolte nei suoi confronti. Il 55enne è infatti finito al centro di un’indagine per presunte molestie sessuali nei confronti di un’assistente.

Queste si sarebbero verificate lo scorso novembre, quando la donna ha presentato denuncia. Secondo il New York Times, il governatore avrebbe avvicinato l’assistente in una stanza di albergo di New York nel dicembre 2023. Khan ha sin da subito negato il suo coinvolgimento e lo svolgimento stesso dei fatti. Le indagini proseguono condotte dagli inquirenti delle Nazioni Unite e l’ufficio del procuratore ha confermato che l’uomo ha deciso di “prendersi un congedo in attesa della conclusione del procedimento“.

Secondo quanto dichiarato all’Agi dal portavoce della Cpi, il governatore ha comunicato via mail ai cancelliere della Corte la sua decisione. “Secondo il messaggio del procuratore, durante la sua assenza la gestione dell’Ufficio del procuratore sarà affidata ai procuratori aggiunti“, ha precisato Fadi el Abdallah.

Cpi, cosa sappiamo delle accuse contro il governatore

Il caso in cui è coinvolto il governatore della Cpi riguarda una ex assistente del suo studio che lo scorso novembre ha dichiarato di essere stata costretta a subire rapporti sessuali. Inoltre, la stessa donna avrebbe dichiarato di aver subito pressioni da parte del procuratore affinché ritirasse le accuse.

Khan ha invece negato ogni tipo di accusa e ha sostenuto che il caso sarebbe solamente un tentativo di dare inizio ad una campagna di disinformazione nei suoi confronti. Il procuratore ha infatti sottolineato come lo scandalo sia venuto alla luce in concomitanza con le accuse di Israele nei suoi confronti, legate alle richieste di arresto della Cpi nei confronti del primo ministro Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, e dei tre massimi responsabili di Hamas dell’epoca, ad oggi tutti deceduti.

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