Putin e Kim firmano un trattato di cooperazione: occidente preoccupato per la sicurezza globale

L'incontro tra Putin e Kim e la firma del trattato bilaterale rappresenta un significativo sviluppo nelle dinamiche globali, con conseguenze potenzialmente rilevanti per la pace e la sicurezza internazionale. I due Paesi fanno parte di una rete di amicizie e alleanze particolarmente complessa che si inserisce all'interno di diversi conflitti attualmente in atto in tutto il mondo

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Una spettacolare parata militare nel cuore di Pyongyang ha segnato l’arrivo del presidente russo Vladimir Putin in Corea del Nord, accolto calorosamente da Kim Jong-un. Il vertice bilaterale tra i due leader ha culminato nella firma di un trattato per la cooperazione strategica, segnando un nuovo capitolo nelle relazioni tra i due Paesi. Durante il summit, Putin ha esteso un invito a Kim per un futuro incontro a Mosca, enfatizzando il consolidamento di un’alleanza che sfida le politiche degli Stati Uniti e dei loro alleati. Secondo il leader nordcoreano, queste relazioni stanno entrando in “un’era di prosperità senza precedenti”, superando perfino l’amicizia storica tra Corea e Unione Sovietica.

Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, dopo un incontro a Bucarest con il presidente romeno Klaus Iohannis, ha ribadito il sostegno dell’Italia e della Romania per la sovranità dell’Ucraina e ha sottolineato l’importanza di difendere le regole internazionali per garantire la sicurezza dell’Europa. Mattarella ha anche espresso preoccupazione riguardo alle sanzioni contro la Corea del Nord, evidenziando la necessità di rivedere il regime restrittivo imposto dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella

Putin e Kim: una solidarietà preoccupante

Secondo il consigliere presidenziale russo per la politica estera, Yuri Ushakov, i due Paesi hanno approcci “vicini o identici ai problemi della politica estera“. Mosca ha già dichiarato che sosterrà senza indugio la Corea del Nord in futuro, esprimendo gratitudine per il fermo appoggio di Pyongyang nella guerra in Ucraina. Durante la visita, sono previste dichiarazioni congiunte di Putin e Kim Jong-un alla stampa. L’attenzione internazionale è alta, soprattutto in considerazione delle implicazioni che questo rafforzamento dei legami potrebbe avere sulla sicurezza globale.

Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americano, John Kirby, ha dichiarato che il viaggio del leader del Cremlino in Corea del Nord non sorprende. Tuttavia, Kirby ha espresso forte preoccupazione per il rafforzarsi dei rapporti tra Pyongyang e Mosca, sottolineando le implicazioni non solo per l’Ucraina ma per la sicurezza di tutta la penisola coreana. Allo stesso modo, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha espresso preoccupazioni, pur descrivendo la relazione tra Putin e Kim Jong-un come una “bromance solitaria“. Kuleba ha ribadito che la diplomazia e le armi per l’Ucraina – i 50 miliardi stanziati dalla Nato e l’accordo bilaterale stipulato con gli USA – sono la migliore risposta all’alleanza tra Mosca e Pyongyang.

John Kirby
John Kirby

Alleanze e conflitti: Verso la Terza Guerra Mondiale?

Eppure, questa “bromance” non sembra essere poi tanto solitaria: Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha commentato duramente la visita di Putin, affermando che dimostra quanto la Russia sia ora dipendente dai dittatori di tutto il mondo. “I loro amici più stretti e i maggiori sostenitori dello sforzo bellico russo sono la Corea del Nord, l’Iran e la Cina“, ha sottolineato Stoltenberg, aggiungendo che la Russia sta violando le sanzioni contro la Corea del Nord, con un continuo flusso di armi tra i due Paesi.

Infatti, oltre alla guerra in corso sul territorio ucraino, ad essere sotto i riflettori internazionali è la rivalità tra la Russia e i paesi NATO a causa del loro forte sostegno alla causa di Zelensky. Nel frattempo, continua a crescere l’astio tra Pyongyang e Seul, a sua volta supportata dal Giappone; mentre un altro alleato della Russia, la Cina, prosegue nella sua rotta di collisione con Taiwan e il suo presidente “separatista” William Lai. 

William Lai Taiwan
William Lai (Lai Ching-te), Presidente della Repubblica di Taiwan

Infine, la posizione centrale dell’Iran nei confronti della vasta rete di gruppo terroristici del Medio Oriente come Hamas in Cisgiordania, Houthi in Yemen ed Hezbollah in Libano, la rendono una pericolosa spina nel fianco di Israele, e di conseguenza degli Stati Uniti d’America. Una ricetta perfetta per un conflitto che rischia di andare ben al di là dell’astio tra coppie di stati, avendo la potenzialità di trasformarsi in qualcosa di più grande.

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