Cisgiordania, ucciso capo di Hamas a Jenin: l’offensiva infiamma la regione

Nella Striscia di Gaza è stata approvata una pausa umanitaria di tre giorni per permettere la vaccinazione di 640mila bambini contro la Poliomielite. L'espansione del conflitto in Cisgiordania, però, preoccupa l'Occidente che teme un'escalation

Redazione
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Il secondo giorno di offensive in Cisgiordania ha portato alla morte di Wassem Hazem, capo di Hamas, ucciso nel villaggio di Zababida, vicino Jenin, insieme ad altri due terroristi. La notizia è stata confermata da un comunicato congiunto dell’Idf, dell’agenzia di sicurezza e la polizia del Paese. “Hazem era coinvolto nell’esecuzione e nella direzione di attentati con armi da fuoco e bombe, e sviluppava continuamente le attività terroristiche nell’area della Giudea e della Samaria” avrebbero dichiarato gli alti leader di Israele.

Sembrerebbe che Hazem si trovasse a bordo di un veicolo insieme agli altri due miliziani di Hamas, i quali sono stati uccisi da un raid aereo mentre tentavano di abbandonare il veicolo e fuggire. All’interno dell’automobile su cui si trovavano le tre vittime sono stati rinvenuti Fucili M16, una pistola, cartucce, esplosivi, granate a gas e  migliaia di shekel di fondi terroristici.

La Cisgiordania, dunque, sembra essere il nuovo fronte della guerra tra Israele e Hamas. Un territorio occupato, ora preso di mira dal fuoco dell’artiglieria dello Stato ebraico. Il primo attacco è stato lanciato nella notte tra martedì e giovedì ed ha causato risultati tragici nella Regione. Le vittime accertate in totale sono sedici, mentre continuano le offensive mortali nella regione. Tra di loro, ci sono cinque militanti colpiti a morte in una moschea a Tulkarem, compreso il capo della Jihad Islamica nel campo profughi di Nur Shams, Muhammad Jaber, noto anche come Abu Shujaa.

Onu: “Necessaria una pausa umanitaria in Cisgiordania

L’apertura del conflitto ai territori della Cisgiordania preoccupa i Paesi occidentali, che temono un’escalation della guerra. Secondo fonti israeliane le offensive avrebbero lo scopo di uccidere i terroristi e bloccare la catena di costruzione di ordigni utilizzati per colpire Israele. Allo stesso tempo, però, la Regione della Cisgiordania continua a bruciare, e il pericolo è che a pagarne le conseguenze siano i civili che risiedono in quelle zone.

L’Onu ha denunciato unasituazione già esplosiva“, visti i bombardamenti operati da Israele che hanno colpito le città di Jenin, Tubas e Tulkarem, circondando i campi profughi presenti. Le operazioni avrebbero inoltre causato vaste distruzioni e danni diffusi alle infrastrutture, soprattutto a Tulkarem, il cui governatore ha descritto i raid come “senza precedenti” e un “segnale  pericoloso“.

Il segretario dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto una “cessazione immediata di queste operazioni“, condannando gli attacchi aerei su obiettivi civili e “la perdita di vite umane, compresi bambini“. “Questi pericolosi sviluppi stanno alimentando una situazione già esplosiva nella Cisgiordania occupata e stanno ulteriormente minando l’Autorità nazionale palestinese” ha proseguito Guterres.

A queste parole ha fatto seguito la risposta dell’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, che ha respinto ogni tipo di critica contro lo Stato ebraico, accusando invece l’Iran che dallo scorso 7 ottobre avrebbe “lavorato attivamente per introdurre di nascosto sofisticati ordigni esplosivi in Giudea e Samaria – ovvero la Cisgiordania – destinati all’uso in attentati suicidi nel  cuore delle città israeliane“.

La pausa umanitaria a Gaza per le vaccinazioni

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha lanciato nelle scorse settimane l‘allarme poliomielite a Gaza, sostenendo la gravità della situazione ed esortando le autorità a prenderne atto e ad agire. Nella Striscia è stato dunque dato avvio ad una “pausa umanitaria” di tre giorni con l’obiettivo di garantire una campagna di vaccinazione.

Come abbiamo discusso e concordato, la campagna inizierà il primo settembre, nella parte centrale di Gaza, per tre giorni, e  ci sarà una pausa umanitaria durante la vaccinazione” ha dichiarato Raf Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della Sanità per i Territori palestinesi. L’Onu, quindi, si starebbe preparando per garantire la vaccinazione di circa 640mila bambini, con l’obiettivo di salvarli dalle conseguenze disastrose della malattia.

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