Sono stati rilasciati 35 cittadini italiani tra gli attivisti Pro Pal bloccati all’aeroporto del Cairo e altri 7 sono stati rimpatriati, come confermato da fonti vicine ai movimenti. Gli italiani erano stati fermati dalle autorità egiziane perché intenzionati a prendere parte alla marcia internazionale per Gaza, attraversando il valico di Rafah che si trova in Egitto e permette di entrare nella Striscia.
La Farnesina è impegnata a tenere sotto controllo la situazione, come confermato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “C’è un funzionario dell’ambasciata e un team del consolato per assistere tutti gli italiani che sono là e interloquire con le autorità locali“. Il vicepremier ha poi chiarito che la manifestazione non sarebbe stata organizzata, in quanto la zona del Sinai settentrionale è soggetta a statuto militare e per accedervi è necessaria un’autorizzazione da parte delle autorità di sicurezza egiziane.
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Questa non è stata garantita alla manifestazione, in quanto non era possibile garantire le condizioni di sicurezza per i partecipanti. La Farnesina ha più volte comunicato e notificato agli organizzatori italiani dell’iniziativa che questa zona è da tempo fortemente sconsigliata ai nostri cittadini. Alla marcia avrebbero dovuto partecipare circa 200 persone persone provenienti da Italia, Stati Uniti, Australia, Paesi Bassi, Francia, Spagna, Marocco e Algeria., tutte fermate al loro arrivo nella capitale egiziana.
Nel primo pomeriggio è stato poi confermato l’inizio delle procedure di rimpatrio per diversi cittadini italiani presenti al Cario. Il padre di uno degli italiani fermati ha sostenuto che suo figlio è stato rilasciato e che non sarebbe destinatario di alcun provvedimento di espulsione. Il 25enne è stato ammesso in territorio egiziano e sembrerebbe che non sia intenzionato a lasciare l’Egitto almeno fino all’inizio della manifestazione.
Il Cairo, cosa sappiamo della situazione in Egitto
Sarebbero almeno una cinquantina gli italiani bloccati all’aeroporto del Cairo, come spiegato dall’avvocato Gianluca Vitale, che segue alcune delle persone fermate. “Il gruppo viene guardato a vista dalle forze di sicurezza mentre una ragazza sarebbe stata allontanata, probabilmente per un interrogatorio“, ha spiegato, aggiungendo che i concittadini sono stati privati dei documenti e deportati per evitare incidenti diplomatici.
Israele ha infatti chiesto alle autorità egiziane di “impedire l’arrivo di manifestanti jihadisti al confine tra Egitto e Israele“, in quanto le loro azioni potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza dei soldati. Il ministero degli Esteri egiziano ha confermato la necessità di un’autorizzazione per far accedere delegazioni estere nella zona di confine, pur ribadendo le loro pressioni sul comportamento di Israele. Una ragazza di 21 anni, studentessa della scuola Holden di Torino, ha spiegato che lei e i suoi compagni cercheranno di opporsi al rimpatrio, con l’obiettivo di prendere parte alla manifestazione.
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