L’Ecuador, il paese latinoamericano che si affaccia sull’Oceano pacifico, nella giornata di ieri è stato investito da un blackout nazionale durato diverse ore. Purtroppo il fatto non è una novità, dato che il paese sta affrontando da anni una pesante crisi energetica.
Ecuador, il blackout
Mercoledì 19 giugno la maggior parte della popolazione ecuadoriana è rimasta senza energia elettrica, in un blackout durato diverse ore: si stima che 17 milioni di abitanti sui 18 milioni totali abbiano dovuto affrontare una parte della giornata senza corrente, bene che ormai è diventato di prima necessità. Oltre la mancanza di elettricità nelle abitazioni, il blackout ha bloccato ovviamente anche le attività in altri luoghi importanti, quali gli ospedali, le scuole e persino le metropolitane.
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Roberto Luque, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dichiarato che il blackout è dovuto alla scarsa manutenzione del sistema elettrico nazionale, incolpando i governi precedenti per i diversi tagli alla spesa pubblica e le conseguenze sulle infrastrutture del paese.
Il sindaco della capitale Quito Pabel Muñoz ha dichiarato che il blackout ha fermato anche la metropolitana locale che ha una rete elettrica autonoma e alimentata da un sistema separato da quello della città. Anche diversi ospedali sono stati colpiti dal blackout e hanno potuto continuare a lavorare grazie all’energia elettrica dei loro generatori. Le attività sono state interrotte anche in altri luoghi, tra cui le scuole e le università. In questo periodo il paese sta affrontando un clima molto caldo, con temperature che vanno oltre i 30 gradi, e il blackout non ha permesso a milioni di cittadini di utilizzare condizionatori e ventilatori, generando un caos generale.
Dopo circa tre ore di blackout, il governo annuncia il ripristino della fornitura energetica nel paese. Il ministro Loque ha dichiarato che il guasto era localizzato nel sistema di trasmissione dell’energia.
Ecuador, crisi energetica
La crisi energetica in Ecuador dura ormai da anni. Ad aprile il presidente Daniel Noboa aveva dichiarato persino lo stato di emergenza energetica nel paese e aveva sostituito la ministra dell’Energia. L’energia elettrica non era sufficiente anche a causa della siccità che tuttora sta colpendo il nord delle Ande. Questa condizione aveva portato a una diminuzione della produzione delle centrali idroelettriche, da cui deriva il 75% della produzione energetica del paese. Quindi si decise di razionare l’energia elettrica e programmare in diverse città dei blackout di alcune ore.
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