Gli USA confermano l’appoggio a Kiev, sotto attacco missilistico. La Russia denuncia all’ONU: “Kiev non vuole tregue o accordi ma pericolose escalation”. La Turchia condanna le annessioni dei russi ma chiede la fine della guerra: “Tornare alle pratiche diplomatiche”
È arrivata la chiamata del presidente statunitense, Joe Biden, che ha contattato direttamente Volodymr Zelensky, presidente ucraino che ha lasciato Kiev per una località sicura, dopo gli ultimi bombardamenti russi.
Biden, al telefono con Zelensky, ha confermato la ferma volontà americana di aiutare la popolazione e l’esercito ucraino, sottoposto ad un momento di dura pressione dai russi.
La Casa Bianca, infatti, ha comunicato: “Piena solidarietà al popolo ucraino e alle sue forze armate. Gli Stati Uniti si impegneranno per fornire armi e missili per le difese aree”.
Biden, inoltre, ha ammesso a Zelensky: “Condanno fermamente le manovre russe e invio le mie condoglianze alle famiglie delle vittime di questi insensati attacchi”.
Dalla Russia, intanto, proseguono le pressioni sul Consiglio Generale dell’ONU, tramite l’ambasciatore, Vassily Nebenzia, il Cremlino ha ribadito: “Da Kiev parole di fuoco che non richiamano alle responsabilità dei governi ma alla voglia di far scoppiare una guerra globale”.
Nebenzia, infatti, ha aggiunto: “L’Ucraina ha chiesto alle forze NATO di compiere un attacco preventivo contro la Russia, parole pesanti, parole che non tengono conto delle conseguenze”.
Anche la Turchia ha preso posizione all’ONU, condannando i referendum delle regioni ucraine annesse alla Federazione Russa e chiedendo la distensione.
L’ambasciatore di Ankara, impegnato alle Nazioni Unite, intervenendo ha spiegato: “È il momento di tornare a far valere il peso della diplomazia, ci siamo svegliati con le bombe dei russi, dobbiamo chiudere la guerra per evitare altri scontri. Secondo noi annullare i referendum illegale e poi sedersi al tavolo per trattare è l’unico modo di agire diplomaticamente”.