Dopo quasi tre anni dalla guerra contro l’Armenia, l’Azerbaigian ha avviato un’operazione antiterroristica nel Nagorno Karabakh. Dal suo canto, il ministero degli Esteri dell’Armenia denuncia una vera e propria operazione di “pulizia etnica”.
Azerbaigian: l’appello dei vescovi europei
Il conflitto del Nagorno-Karabakh si è tradotta in una crisi umanitaria. La Presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, insieme agli appelli del Papa si uniscono ad una soluzione negoziata nella regione al centro del conflitto. I rifugiati continuano ad aumentare, arrivando a 100mila persone di etnia armena fuggite dal Nagorno Karabakh.
La Chiesa ha preso la sua posizione e l’appello dei vescovi europei è un segnale evidente. Insieme a Papa Francesco vuole aprire al dialogo tra l’Azerbaigian e l’Armenia con il sostegno della Comunità Internazionale che ponga fine alla questione umanitaria. Al contempo il CCEE chiede di monitorare il patrimonio cristiano che si trova in Nagorno Karabakh. Di fatto, ci sono 1456 monumenti armeni che dopo il cessate il fuoco del 2020 che sono passati sotto il controllo dell’Azerbaigian e che sono stati danneggiati dallo scontro.
Azerbaigian: aumentano i profughi
Lo scontro nel Nagorno si traduce sempre di più in una crisi umanitaria. Secondo il governo armeno infatti, sono quasi 85mila i profughi dal Nagorno-Karabakh. Nazeli Baghdasaryan, portavoce del premier armeno afferma: “Attualmente, 84.770 sfollati sono arrivati in Armenia dal Nagorno-Karabakh“. In questo momento l’Azerbaigian sta prendendo il controllo della regione separatista, abitata prevalentemente da armeni e in migliaia stanno scappando dalle rappresaglie.
Azerbaigian: l’annuncio dei separatisti
Il presidente del Nagorno, Samvel Shahramanyan ha firmato un decreto per lo scioglimento della Repubblica separatista non riconosciuta a partire dal prossimo primo gennaio 2024. Si tratta di una decisione presa per garantire la sicurezza fisica e gli interessi vitali del popolo: ”Tenendo conto dell’accordo raggiunto con la mediazione del comando del contingente russo di mantenimento della pace con i rappresentanti della Repubblica dell’Azerbaigian”.
Azerbaigian: esplosione in Karabakh
Sono almeno 20 le vittime e 280 i feriti riconducibili all’esplosione nella regione contesa del Nagorno-Karabakh. A riferirlo sono le autorità separatiste armene: “Purtroppo non è stato possibile salvare la vita di sette pazienti deceduti in ospedale“.
Azerbaigian: la situazione
L’Azerbaigian annuncia di procedere con la Russia per la smilitarizzazione delle forze nella regione contesa con l’Armenia. La missione ha attraversato il corridoio di Lachin per portare 70 tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione.
Azerbaigian: il cessate il fuoco
E’ stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco. Ad annunciarlo l’Azerbaigian con il Ministero della Difesa che riferisce: “Tenendo conto dell’appello dei rappresentanti degli armeni residenti nel Karabakh, ricevuto tramite il contingente russo di mantenimento della pace, è stato raggiunto un accordo per sospendere le misure antiterroristiche locali“. A quanto si apprende dalla Tass, l’accordo sulla sospensione delle operazioni militari sarebbe in vigore dalle ore 12 – fuso orario di Mosca.
Azerbaigian: il secondo giorno di attacco
L’equipaggiamento militare delle forze armate armene è stato ‘neutralizzato’. A dirlo è stato il ministero della Difesa dell’Azerbaigian. L’Azerbaigian non molla la presa e le milizie nel Nagorno-Karabakh continuano per il secondo giorno e Baku fa sapere che non si fermerà finché i separatisti armeni non si arrenderanno.
Azerbaigian: 5 morti e 80 feriti in combattimenti
Almeno 5 le persone sono rimaste uccise e 80 quelle ferite (di cui 15 civili), nei combattimenti nel Nagorno-Karabakh dopo l’avvio dell’operazione in Azerbaigian. A riferirlo sono le autorità separatiste dell’enclave, aggiungendo che i combattimenti continuano lungo tutta la linea di contatto, con le forze azere che usano artiglieria, droni e aerei per i bombardamenti.
La missione dell’Azerbaigian
Secondo fonti locali, due civili sono rimasti uccisi mentre si contano ben 11 feriti. Inoltre sono state udite esplosioni nella roccaforte separatista di Stepanakert. Questa mattina i filo-armeni hanno spiegato: “Hanno violato il regime di cessate il fuoco lungo tutta la linea di contatto lanciando attacchi missilistici e di artiglieria“.
Il ministro degli Esteri dell’autoproclamata Repubblica del Nagorno Karabakh, Sergei Ghazaryan ha dichiarato: “Stiamo assistendo a come il Paese si sta muovendo per l’eliminazione fisica della popolazione civile e la distruzione degli obiettivi civili”. Poi ha aggiunto: “Abbiamo ripetutamente informato gli attori internazionali che le sole chiamate non fermeranno l’Azerbaigian dai suoi atti belligeranti e criminali. Chiediamo alla comunità internazionale di adottare misure efficaci molto rapidamente per fermare l’aggressione“.