Un attacco missilistico russo ha colpito la città di Poltava, nel centro-orientale dell’Ucraina, causando almeno 49 morti e 219 feriti. Il bilancio, ancora provvisorio, è stato confermato dalle autorità locali e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha definito l’episodio come una delle stragi più gravi dall’inizio dell’invasione russa.
L’attacco, avvenuto nella mattina del 3 settembre, ha visto due missili balistici colpire un istituto scolastico e un ospedale nelle vicinanze, distruggendo parzialmente uno degli edifici. Le autorità ucraine stanno ancora cercando di liberare le persone intrappolate sotto le macerie, con il governatore della regione, Philip Pronin, che ha dichiarato che fino a 18 persone potrebbero essere ancora disperse.
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Poltava, una città di oltre 300.000 abitanti situata a circa 130 chilometri da Kharkiv, non è una località di prima linea, ma si trova nel raggio d’azione dei missili a lunga gittata russi. Si ritiene che l’attacco possa essere partito dalla Crimea, un’area sotto il controllo russo.
Il presidente Zelensky, in un messaggio diffuso sui social media, ha espresso il suo dolore e la sua rabbia, sottolineando che “la Russia ci sta portando via la cosa più preziosa: la vita”. La first lady ucraina, Olena Zelenska, ha aggiornato il bilancio delle vittime.
Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. Funzionari americani, citati da Reuters, hanno dichiarato che gli Stati Uniti stanno finalizzando un accordo per fornire all’Ucraina missili da crociera a lungo raggio JASSM, ma il processo potrebbe richiedere diversi mesi per risolvere i problemi tecnici. Nel frattempo, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha rinnovato la richiesta di sistemi di difesa aerea avanzati, come i Patriot, per proteggere il Paese da ulteriori attacchi missilistici.
A Poltava, sono stati dichiarati tre giorni di lutto in memoria delle vittime, mentre il governatore Pronin ha lanciato un appello alla popolazione affinché doni sangue per aiutare i feriti. “È una giornata terribile per Poltava”, ha scritto su Telegram, aggiungendo che il sostegno della comunità è essenziale in questo momento di crisi.
L’attacco a Poltava ha riacceso il dibattito sulla necessità di un sostegno militare più deciso all’Ucraina, con diverse voci che chiedono la rimozione di qualsiasi limite alla fornitura di armi difensive a Kiev. “Dopo una strage come quella di oggi, è inconcepibile porre restrizioni sull’uso delle armi per difendere l’Ucraina”, ha affermato Benedetto Della Vedova, deputato italiano di +Europa.
Mentre la città di Poltava cerca di riprendersi dal devastante attacco, l’Ucraina continua a lottare per la sua sopravvivenza in un conflitto che sembra non avere fine.
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