La star hollywoodiana si scaglia contro il conflitto in Medio Oriente, sensibilizza sul cessate il fuoco e l’invio di aiuti umanitari per sostenere la popolazione colpita dal conflitto.
Mentre il conflitto armato tra Israele e Palestina diventa sempre più violento, sono tantissimi i personaggi famosi che lasciano sui loro canali social pensieri rivolti ai civili innocenti coinvolti in questa guerra.
Nelle ultime ore a parlare di quanto sta avvenendo a Gaza è stata Angelina Jolie, che per oltre 20 anni ha ricoperto il ruolo di ambasciatrice dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) “svolgendo oltre 60 missioni per testimoniare storie di sofferenza, speranza e resilienza”.
“È un atto di terrorismo, ma non può giustificare la perdita di vite innocenti”
Nel lungo messaggio pubblicato sui suoi profili social, la star hollywoodiana scrive “Quello che è accaduto in Israele è un atto di terrorismo. Ma non può giustificare la perdita di vite innocenti con bombardamenti sulla popolazione civile”.
Si dice inoltre profondamente inorridita, nauseata, dal terrorismo avvenuto in Israele e soprattutto dalla morte di milioni di civili e bambini innocenti.
Il suo pensiero vola però anche a coloro che sono ostaggi, alla loro sicurezza e alle famiglie che sono costrette ad affrontare questo terribile dolore, nella speranza che presto possano riabbracciare i propri cari.
“La mia attenzione è rivolta alle persone sfollate a causa della volenza in ogni contesto”
Dall’alto della sua esperienza ventennale con i rifugiati, non poteva non dedicare attenzione anche a chi sta vivendo in condizioni precarie, privato di aiuti umanitari sempre più carenti.
“A causa del mio lavoro ventennale con i rifugiati la mia attenzione è rivolta alle persone sfollate a causa della violenza in ogni contesto. Gaza ha una popolazione di oltre 2 milioni di persone, metà delle quali sono bambini, che hanno vissuto un duro blocco per quasi due decenni, oltre ad altri decenni di sfollamenti e nessun stato” – si legge nel messaggio dell’attrice, che prosegue – “I pochi camion di aiuti che stanno arrivando sono una frazione di ciò che è necessario, mentre i bombardamenti causano ogni giorno nuovi e disperati bisogni umanitari – i quali potrebbero essere ampliate già dalla giornata di oggi – La negazione degli aiuti, del carburante e dell’acqua sta punendo collettivamente un popolo. L’umanità chiede un cessate il fuoco immediato. Le vite palestinesi e israeliane, e le vite di tutte le persone a livello globale, contano allo stesso modo”.