Valencia, oltre 200 morti, MotoGp annulla gara, Bagnaia: “A livello etico correre lì non è giusto”

Nella dichiarazione ufficiale della MotoGp si legge che il campionato si impegnerà a "sostenere i fondi di soccorso già esistenti e garantire un impatto positivo collegato all'area nel modo migliore per le persone e le comunità di cui ha fatto parte da così tanto tempo"

Redazione
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È di 205 morti il bilancio in aggiornamento dell’alluvione che ha colpito la Spagna, in particolare l’area di Valencia. Nelle zone colpite ancora si scava nel fango per cercare i dispersi e la situazione appare molto grave: circa 366mila abitanti sono senza acqua potabile e 50mila sono senza luce. Intanto l’ultimo Gran Premio stagionale di MotoGp, che si sarebbe dovuto tenere proprio a Valencia nel weekend del 15-17 novembre, è stato cancellato a causa delle conseguenze dell’alluvione. Al momento ancora non si conosce il circuito che sostituirà quello valenciano.

La situazione a Valencia e l’allarme in Andalusia

Nelle zone della Spagna colpite dall’alluvione c’è ancora l’allerta meteo e sono attese forti piogge sia sulla Comunità Valenciana che nell’Andalusia occidentale. Sono in allerta arancione diverse zone delle province di Valencia e Castellon, e il sud di Tarragona, mentre in Andalusia l’allerta è rossa nelle zone costiere di Huelva, Andevalo e Condado. Allerta arancione anche nelle Isole Baleari e gialla in Estremadura e in alcune zone della Catalogna.

In alcuni comuni non c’è più acqua a causa delle condotte scoppiate per l’inondazione, quindi non è possibile pulire il fango che si è seccato. Da ieri mattina e in vista di nuove forti piogge in arrivo, nell’area valenciana si sono uniti altri 500 soldati ai 1.200 che già lavorano per ricercare i dispersi. La priorità è garantire beni di prima necessità alle persone colpite. Il ministro della Difesa spagnolo Margarita Robles ha promesso che saranno impiegati “tutti gli uomini e le donne necessari, con tutti i mezzi”. Il ministro dei Trasporti Oscar Puente ha annunciato che molte delle strade e delle linee ferroviarie valenciane sono da ricostruire.

MotoGp annulla la gara a Valencia: il comunicato ufficiale

Nel comunicato ufficiale della MotoGp si legge: “Tenendo conto dell’esigenza di garantire che nessuna risorsa venisse sottratta dalla presenza della MotoGP agli sforzi necessari per il recupero, il campionato e le autorità locali sono stati costretti a cancellare il GP di Valencia del 2024”. “La MotoGP non correrà a Valencia, ma per Valencia”. 

Si comunica che il campionato si impegnerà a “sostenere i fondi di soccorso già esistenti e garantire un impatto positivo collegato all’area nel modo migliore per le persone e le comunità di cui ha fatto parte da così tanto tempo”. Si inizierà sin da questo weekend di gara in Malesia, fino a continuare con l’ultima tappa del motomondiale che è quindi ancora da definire. Secondo Autosport inizialmente si era ipotizzato di posticipare il Gp di Valencia al 24 novembre, ipotesi che poi è stata scartata. La data della gara rimane invariata ma cambia la sede. Tra i circuiti per il rimpiazzo figurano quelli spagnoli di Barcellona e Jerez, quello portoghese di Portimao e il Qatar.

La MotoGp conclude la dichiarazione scrivendo che “i tifosi di tutto il mondo, i piloti e il paddock meritano un finale sportivo per la stagione 2024, che possa dare un contributo fondamentale al sostegno delle comunità in cui corriamo”.

Prima della dichiarazione ufficiale alcuni piloti si erano già detti contrari a correre nel Ricardo Tormo a causa della distruzione dell’alluvione. Il campione in carica Francesco Bagnaia aveva dichiarato: “Spero capiscano che a livello etico correre lì non sia giusto: io sono contrario”, dicendosi persino disposto a correre il rischio di perdere il titolo mondiale. Dello stesso parere era stato lo sfidante al mondiale di Bagnaia, il pilota spagnolo Jorge Martin: “Anche se l’impianto fosse a posto, sarebbe comunque complicato: per il rispetto dovuto agli abitanti, ma anche per la logistica del Gran Premio, per gli spostamenti nostri e del pubblico. È più logico gareggiare da un’altra parte”.

 

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