Sembra essere sempre più vicino il ritorno di Albano Carrisi in concerto in Russia. Il cantante di Cellino San Marco, provincia di Brindisi, ha annunciato che il prossimo 20 giugno si esibirà a San Pietroburgo in occasione del “Concerto per la Pace”. Con lui ci sarà anche un’altra voce amatissima nel paese di Vladimir Putin, quella di Iva Zanicchi.
Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, Al Bano tornerà a cantare nel paese dove ha sempre ricevuto grande affetto ed è considerato, insieme a Pupo, il massimo rappresentante della musica italiana. In passato, però, aveva dichiarato di non essere intenzionato a tornare nel paese dell’Est Europa fino a che non si fossero “calmate le acque” e non fosse “arrivata la parola pace”.
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La parole di pace di Albano Carrisi
Al Bano ha scelto di tornare in Russia perché percepisce che qualcosa stia cambiando nei rapporti tra i due paesi: a febbraio aveva anticipato la notizia di un suo possibile rientro: “Ho ricevuto un bellissimo messaggio dalla persona che è stata il mio impresario in Russia, il quale mi ha detto ‘tieniti pronto perché faremo il concerto per la pace'”.
Poi Al Bano rivolge un appello al mondo della politica mondiale: “Fanno il loro mestiere, ma tutti devono intervenire affinché la parola guerra sia cancellata dal vocabolario umano. La guerra impoverisce, uccide, e molte mamme non vedranno più tornare i loro figli”.
Di certo non mancheranno polemiche in Italia per la trasferta di Albano in Russia, ne è consapevole il cantante stesso; l’artista pugliese non teme gli attacchi in patria e risponde anticipatamente alle possibili reazioni negative raccontando dei suoi concerti nella Grecia dei Colonnelli e nella Romania di Ceaușescu, nei quali ha proposto dei brani tutt’altro che filo-governativo.
Negli ultimi mesi Al Bano ha preso parte anche ad un’iniziativa per la pace in Palestina; si è recato a Gerusalemme e Betlemme per una missione organizzata dalla fondazione ‘L’Isola che non c’è’. Con lui c’erano l’arcivescovo emerito di Taranto Filippo Santoro e il presidente della stessa fondazione, Franco Giuliano, e sono stati ricevuti dal patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa.
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