Erano 25 milioni le tonnellate di grano ucraino che da mesi attendevano di poter essere smistate e che rischiava di marcire. Ora, grazie all’accordo raggiunto la scorsa settimana, è stato inaugurato il centro di coordinamento a Istanbul e si sta già preparando la prima nave
All’inaugurazione del centro di coordinamento all’Università della Difesa di Istanbul erano presenti le delegazioni di Mosca e Kiev e i rappresentanti dell’Onu. L’accordo rimarrà in vigore per 120 e potrà essere rinnovato al fine di garantire i corridoi del grano.
Le navi partiranno da Odessa, Chornomorsk e Yuhzny. Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha sottolineato l’importanza di tali corridoi e che, quindi, “garantire il trasporto sicuro via mare del grano e di prodotti alimentari simili che saranno esportati” sarà il compito principale del centro. Infatti, le navi saranno dotate di sistemi di tracciamento per seguirne gli spostamenti.
Inoltre, ogni nave verrà ispezionata al fine di assicurare l’assenza di armi a bordo, secondo le condizioni imposte da Mosca. Supervisioneranno tutte le operazioni i cinque rappresentanti per ogni delegazione (Turchia, Russia, Ucraina e Onu) che hanno presieduto alla conferenza stampa tenuta da Akar.
Le tempistiche per la partenza del primo carico non sono ancora state definite, ma mentre Akar si dice fiducioso sulla preparazione e sulla partenza in tempi brevi, il portavoce del presidente turco Erdogan, Ibrahim Kalin, invita alla cautela e prospetta all’incirca altre due settimane di tempo.
Nel frattempo, Mosca ha minacciato di ritirarsi dall’accordo qualora gli ostacoli alle esportazioni agricole russe non vengano immediatamente rimossi. La Turchia intanto sta rafforzando la sua posizione di mediazione fra i due fronti, come riconosciuto dal delegato Onu Frederick Kenney, il quale ha affermato: «le Nazioni Unite sono grate al governo della Turchia per avere istituito questo centro in tempi rapidi».
Nonostante il plauso per l’apertura del centro, non bisogna dimenticare la minaccia di Erdogan di attaccare le forze curde della Siria settentrionale e l’imposizione di condizioni a Svezia e Finlandia per entrare nella Nato. In queste ore ad Ankara, il presidente turco ha avvertito di un possibile veto sull’entrata di Helsinki e Stoccolma qualora non prendessero le distanze dai presunti gruppi terroristici, secondo la Turchia.