La decisione del sindacato sul progetto che prevede il licenziamento di 333 lavoratori prospettati dall’azienda
Si definisce come “semplicemente inaccettabile” il progetto di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale presentato da Alfasigma. Questa è la presa di posizione di Ugl Chimici al termine del confronto con la direzione aziendale sulla procedura di licenziamento collettivo avviata dalla società lo scorso 20 febbraio.
Piano Alfasigma: cosa prevede
Il piano Alfasigma prevede la messa in mobilità di 333 lavoratori, di cui 221 esuberi dedicati all’attività di informazione scientifica del farmaco, pari al 66% del personale eccedente. Il sindacato ha infatti puntato il dito contro quelle che saranno le inevitabili pesanti ricadute negative, sia sul piano sociale che occupazionale anche alla luce delle forti spinte verso la digitalizzazione che prevedono un’informazione medico-scientifica sempre più impostata sulla modalità da remoto a discapito di un’attività svolta normalmente e tradizionalmente in presenza presso le strutture mediche.
La posizione di Ugl Chimici
Durante il confronto la delegazione sindacale di UGL Chimici ha chiesto chiarimento in merito alle eccedenze emerse anche presso la sede e lo stabilimento di Pomezia, e presso la sede di Trezzano Rosa, con effetti per quest’ultima assai incomprensibili vista l’importante crescita del fatturato nel 2021 e l’acquisizione, nell’agosto 2022, da parte di SOFAR.
Oggi, inaspettatamente, dopo solo 6 mesi dall’acquisizione, la rete dell’informazione medico scientifica presenta, secondo l’azienda, ampie inefficienze ed insostenibili duplicazioni legate alla sovrapposizione delle preesistenti linee di informazione del ramo d’azienda SOFAR confluito e di quelle di Alfasigma, con reti d’informazione scientifica dei medici nelle medesime aree terapeutiche.
L’UGL Chimici ha chiesto la riduzione del numero degli esuberi riformulando le linee di informazione. Salvatore Maiellaro, responsabile degli informatori scientifici ha dichiarato in merito: “Abbiamo chiesto all’azienda di ridurre al minimo gli esuberi come accaduto per la procedura di mobilità del 2017. Inoltre abbiamo chiesto un incentivo all’esodo economicamente rilevante e, dopo l’accordo, di prendere in considerazione la volontarietà. È su queste basi che deve essere aperta la trattativa. Con senso di responsabilità l’UGL Chimici rimanda eventuali azioni di lotta nel caso ce ne fosse bisogno”.
Le dichiarazioni di Rigoldi
Come si apprende dal comunicato di Ugl Chimici, il 67% degli esuberi riguarda dipendenti che operano in Lombardia. Il responsabile delle segreterie di Milano e Lombardia, Fabrizio Rigoldi ha affermato: “Confidiamo nella riduzione del numero dei licenziamenti perché, a nostro parere, è sovrastimato. Auspichiamo soluzioni per una fuoriuscita non traumatica degli operatori, che possano avere incentivazioni economiche importanti come accaduto in altre situazioni nella Big-Pharm”.
“Non abbiamo atteggiamenti pregiudizievoli nei confronti dell’azienda ed eventuali scioperi saranno successivi al non accoglimento delle nostre istanze a tutela dei lavoratori” ha poi concluso.