L’Unione europea si trova divisa a metà sul tema dei dazi aggiuntivi definitivi al 36,3% sulle auto elettriche importate dalla Cina, il cui voto si è svolto la scorsa settimana a Bruxelles. A causa della mancata maggioranza di votanti sia a favore che contro la proposta, ora si prospetta un “no option“, ovvero una decisione presa direttamente dalla Commissione Ue, che potrà quindi procedere con l’approvazione dei dazi nel momento in cui lo riterrà opportuno.
Secondo fonti Ue, la proposta sia stata votata a favore dalla Bulgaria, dalla Danimarca, dall’Estonia, dall’Irlanda, dalla Lettonia, dai Paesi Bassi, dalla Lituania, dalla Polonia, dalla Francia e dall’Italia. I cinque Paesi contrari, invece, sono stati Berlino, Ungheria, Slovacchia, Malta e Slovenia. Le restanti dodici Nazioni Ue, ovvero Belgio, Grecia, Repubblica ceca, Spagna, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Austria, Portogallo, Romania, Svezia, Finlandia, si sono astenute durante il voto.
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È necessario specificare che i canali di comunicazione tra Unione europea e Cina sono tutt’ora ancora aperti, nella speranza di trovare un accordo che possa evitare l’aggiunta di questi dazi. “Parallelamente, l’Ue e la Cina continuano a lavorare duramente per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con il Wto, adeguata ad affrontare la sovvenzione pregiudizievole stabilita dall’indagine della Commissione, monitorabile e applicabile” si legge infatti in una nota dell’esecutivo europeo, in cui è stato pubblicato il risultato del voto di questa mattina.
La posizione della Germania
La portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Christiane Hoffemann, ha espresso oggi la speranza che i colloqui tra l’Unione Europea e la Cina possano continuare e portare a una soluzione negoziata riguardo ai dazi sulle auto cinesi. In una conferenza stampa, Hoffemann ha affermato: “Ci aspettiamo che ci siano progressi seri da parte cinese per arrivare a un’intesa“.
La questione dei dazi europei ha suscitato recentemente discussioni accese, con la Germania che si è trovata in minoranza rispetto ad altri Stati membri nel voto sulla posizione contraria. Tuttavia, la portavoce ha negato che questa situazione rappresenti una ‘sconfitta’ per Berlino. “Per il cancelliere è decisivo che le trattative vadano avanti”, ha sottolineato, “e che si arrivi a una soluzione nell’interesse dell’economia tedesca e dell’industria dell’auto“.
Hoffemann ha anche ribadito l’importanza di mantenere un dialogo costruttivo con Pechino, evidenziando che il futuro delle relazioni commerciali dipende dalla capacità di entrambe le parti di trovare un compromesso. “Siamo fiduciosi che, con impegno e buona volontà, si possa giungere a un accordo che beneficerà non solo la Germania, ma anche l’intera Europa“, ha concluso.
Con le tensioni commerciali globali in aumento, l’auspicio di un accordo è fondamentale per garantire stabilità nel mercato automobilistico, settore cruciale per l’economia tedesca. La situazione richiede una diplomazia attenta e una strategia mirata per affrontare le sfide poste da un partner commerciale tanto importante quanto complesso come la Cina.
I dazi Ue contro i sussidi della Cina sulle auto elettriche
La proposta di un’aggiunta stabile sui dazi riguardanti le auto elettriche cinesi giunge a margine di un contesto in cui il mercato dell’automotive europeo inizia a risentire dell’influenza cinese. Di fronte ad una deadline per lo stop alla produzione del motore endotermico, ovvero il 2035, la maggior parte degli Stati europei si sono ritrovati a dover far fronte all’incapacità di produrre autoveicoli totalmente elettrici che possano essere messi sul commercio ad un prezzo concorrenziale.
I sussidi posti dalla Cina sul mercato dell’auto elettrica ha infatti permesso al Dragone di produrre veicoli a prezzi più bassi della media, nonostante il 10% di dazio fisso posto sull’importazioni di veicoli da oltreoceano. Tale situazione ha quindi posto in allarme l’Unione europea, il cui compito è anche quello di tutelare le filiere dei Paesi membri. La soluzione a questo problema però non è stata semplice da individuare. L’apertura di un canale di comunicazione con la Cina per il momento non ha dato i frutti sperati, e la situazione di incertezza inizia già a mettere in difficoltà i poli produttivi dell’Ue.
Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, ha quindi proposto all’Ue di spostare la deadline sul motore endotermico, prendendo però una decisione ad inizio 2025. La riunione per la possibile modifica di questa data è infatti prevista per il 2026, che lascerebbe però per altri due anni il settore in preda ai dubbi. Lo scorso luglio, invece, la Commissione ha proposto l’aumento dei dazi doganali, proprio in risposta dei sussidi della Cina, nella speranza di rendere meno concorrenziali i veicoli cinesi. Tale scelta però potrebbe rivelarsi come un’arma a doppio taglio, in quanto potrebbe aprire una vera e proprio guerra dei dazi con la Cina.
Volkswagen: “I dazi sono l’approccio sbagliato“
A seguito del voto dell’Unione europea, la casa automobilistica tedesca Volkswagen ha deciso di prendere una posizione molto dura sulla questione, dichiarando che “l’aggiunta di Dazi alla Cina è un approccio sbagliato“, in quanto non migliorerebbero la competitività dell’industria automobilistica europea. L’azienda ha quindi sottolineato che al momento la soluzione migliore potrebbe essere quella di aprire ulteriori colloqui con la Cina, così da “scongiurare dazi compensativi e quindi un conflitto commerciale“.
Sul tema si è espresso il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, che ha esortato l’Ue a cercare “una soluzione negoziata” proprio per evitare che venga “innescata una guerra commerciale con Pechino“, nonostante il voto di questa mattina. La Germania, infatti, è tra i cinque Paesi che hanno votato contro l’aumento dei dazi sulla Cina.
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