In occasione di “Young Factor – un dialogo tra giovani economia e finanza“, evento promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani – Editori, ha parlato Jean-Claude Trichet, ex presidente della Banca Centrale Europea (Bce). A Palazzo Mezzanotte, a Piazza Affari, il banchiere ed economista francese si è soffermato sulla “guerra dei dazi” tra gli Stati Uniti e l’Unione europea.
Il bluff di Trump all’Europa
Trichet lo ripete più volte: “L’Europa deve difendere i propri interessi senza esitazione e fino ad ora lo ha fatto in modo corretto“. I dazi imposti da Trump, secondo lui, sarebbero un bluff vero e proprio, in attesa di un passo falso dell’Europa. Per dare valore alla propria decisione politica circa l’inserimento delle nuove tariffe, il presidente USA e i suoi hanno sostenuto davanti al popolo americano la tesi di un presunto disavanzo commerciale che danneggerebbe il Paese in favore dei suoi concorrenti.
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Quello, però, a cui fa riferimento The Donald non è il disavanzo commerciale complessivo: il Presidente USA nei suoi discorsi tiene in considerazione solo il deficit commerciale nei beni manifatturieri, tema sensibile in chiave elettorale, senza considerare che gli Stati Uniti hanno un forte surplus nei servizi, digitali e no, commerciati con l’Unione Europea. L’Europa deve portare il tema dei servizi sul tavolo delle trattative se vuole difendere i propri interessi. Il settore dei servizi digitali è un argomento sul quale l’Europa deve puntare forte durante le trattative per la guerra commerciale.
I temi sviscerati da Trichet
Con la “guerra dei dazi” in corso, il processo di globalizzazione è destinato a terminare la sua corsa nel breve termine? Per Trichet non si corre questo rischio: “La globalizzazione non è finita, ma si trova in una fase di rallentamento, non di inversione“. Piuttosto, quello che preoccupa l’ex presidente della Banca centrale europea è il livello del debito globale, sia pubblico che privato, dal momento che questo è oggi più elevato rispetto ai tempi precedenti la crisi della Lehman Brothers. Nel 2024 sono stati raggiunti 318 mila miliardi di dollari di debito globale e l’eccesso di indebitamento è segno di vulnerabilità, per questo l’Europa non può permettersi di abbassare la guardi in un momento così delicato per la società.
L’economista chiede inoltre un passo in avanti sul fronte del consolidamento bancario europeo. Per Trichet è anormale che l’Unione abbia avuto prima un mercato comune, un mercato unico e una moneta unica, senza avere un mercato unico nel settore bancario. L’Europa non può più attendere prima di creare un mercato unico bancario europeo per un’economia di scala come quella degli Stati Uniti.
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