Nel corso del Convegno dei Giovani Imprenditori a Capri, il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha commentato le ultime novità nel campo dell’automotive relative alla holding Stellantis, che starebbe valutando la possibilità di spostare le produzioni all’estero per diminuire i costi di costruzione degli autoveicoli. Il leader degli industriali ha criticato duramente tale decisione, sottolineando come la casa di costruzione di autoveicoli sia uno tra i comparti più importanti per l’economia industriale italiana e come la sua delocalizzazione possa essere profondamente deleteria per il Paese.
Le parole di Orsini si sono dunque allineate a quelle del ministro per le Imprese Adolfo Urso, che ha evidenziato come la diminuzione della produzione di automobili nel Paese non faccia altro che aumentare il costo degli autoveicoli e di conseguenza abbassi la competitività del Paese. “Noi abbiamo bisogno che le produzioni in Italia vengano mantenute” ha evidenziato infatti il Presidente di Confindustria, ponendo l’accento sulla necessità di non ridurre in alcun modo la produttività del Paese.
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“Il fatto che Stellantis chieda ulteriori incentivi mi sembra onestamente una pazzia” ha dichiarato il leader degli industriali, sottolineando come le decisioni dell’Unione europea in materia di Green Deal si stiano dimostrando effettivamente disastrose per il sistema industriale italiano. In questo senso, Orsini ha sottolineato l’urgenza di una transizione verso il nucleare, che diminuisca così il costo dell’energia e di conseguenza i costi di produzione per le aziende e le industrie del Paese.
Orsini: “La crisi dell’automotive è conseguenza scelte della commissione Ue“
Trattando del tema della produzione di automobile, il presidente di Confindustria ha cercato di chiarire quali siano state le tappe che hanno portato alla situazione attuale. Secondo Orsini, infatti, un insieme di fattori ha profondamente indebolito il settore industriale italiano, soprattutto dal punto di vista della competitività in determinati settori. Oltre alla grave carenza sul tema del costo dell’energia in Italia, le industrie avrebbero ovviamente risentito delle decisione europee riguardanti la transizione ecosostenibile.
“Il vero tema è lo stop al motore endotermico nel 2035: non vorrei che dia adito a qualcuno di non fare produzione in Italia” ha infatti sostenuto Orsini, ponendo l’attenzione sulle rigide decisioni dell’Unione europea in materia di transizione Green. Il timore è che il settore degli investimenti industriali si desertifichi a causa dei dubbi legati alle possibilità italiane di rispondere adeguatamente alle richieste dell’Unione europea. “Noi abbiamo bisogno di piani industriali seri, imprese che siano serie sul territorio e che restino, ovviamente, a costruire i propri prodotti nel nostro Paese“, ha infatti evidenziato il ministro per le Imprese, sottintendendo che le decisioni europee possono in qualche modo rendere più complesso da raggiungere questo obiettivo.
In questo senso, Orsini ha ricordato come la scorsa settimana si sia tenuto un incontro con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, con cui è stato aperto un dialogo con al centro l'”attivazione di una politica industriale strutturale del Paese“. Il piano sarebbe quello di sfruttare la risorse del Pnrr, che hanno scadenza nel 2026, perché “al Paese servono investimenti sulle imprese, affinché aumentino la produttività la crescita delle imprese stesse“.
Orsini: “Serve una Ires premiale per chi investe“
Il Presidente di Confindustria ha quindi sottolineato che le associazioni delle imprese stanno già lavorando con l’obiettivo di comprendere in che modo migliorare il settore. Nella consapevolezza di dover avviare investimenti strutturali, Orsini ha spiegato di aver immaginato la possibilità di una “Ires premiale per chi investe“, che possa essere finanziata grazie ad una ridistribuzione delle risorse. “Sappiamo che oggi ci sono 120 miliardi di fiscal expenditure” ha spiegato il leader degli industriali, chiarendo che di questi circa “10 miliardi possono essere eliminati, perché non sono più misure a sostegno della crescita“.
In questo modo sarebbe possibile dare respiro al settore e allo stesso tempo indirizzarlo verso una corretta transizione energetica ed ecosostenibile. Orsini ha infatti sottolineato anche l’importanza della Transizione 5.0 per le imprese, nonostante le difficoltà imposte dall’Unione europea. “Dobbiamo rendere questo percorso più semplice” ha spiegato Orsini, sostenendo che debba essere data la possibilità alle imprese che hanno dato l’acconto nel 2023 come Industria 4.0 di poter usufruire di Transizione 5.0, “magari modificando l’impianto, stando attenti agli ambienti e ai requisiti di industria“.
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