L’allarme lanciato dall’associazione riguarda principalmente le coltivazioni della Pianura Padana, con il Po in regime di secca e le acque marine che invadono gli argini fluviali: produzione in calo del 45% di mais e foraggi e 30% di latte
Coldiretti lancia un nuovo allarme siccità per le zone della Pianura Padana e le sue coltivazioni. L’aridità della piana del Po fa avanzare il mare nel bacino fluviale, minacciando il 30% della produzione agroalimentare “made in Italy” della zona.
Le acque salate sono penetrate nel delta del Po per una lunghezza record di 30 chilometri, rialzando il livello del fiume di circa 30 centimetri. Ma la salinità dell’Adriatico non è adatta alle coltivazioni, provocando ancora più danni.
«Siamo di fronte a un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno segnare cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, meno 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, meno 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che sono il granaio d’Italia», spiega la Coldiretti.
Crollano le produzioni di frumento, riso, ma anche della frutta ustionata dalle alte temperature. Il settore ittico è in crisi: calano del 20% le cozze e le vongole, uccise dalla mancanza di ricambio idrico del Po. L’Italia, che importa molto dall’estero, produce appena il 36% di grano necessario per la produzione di pasta, pane e dolci.
«Si tratta di una situazione di assoluta emergenza che riguarda la natura, le popolazioni e le produzioni agricole. Ormai il conto dei danni è pari a 3 miliardi di euro», chiude Coldiretti.