“Uno Stato che non regolamenta un sistema come questo non è uno Stato dignitoso”. E’ l’allarme lanciato da Don Armando Zappolini, portavoce della campagna “Mettiamoci in gioco”
Lo Stato deve regolamentare meglio il settore, che muove 140 miliardi l’anno. Sono i numeri presentati da Don Armando Zappolini, portavoce della Campagna Mettiamoci in gioco, mercoledì mattina a Bologna, in occasione di un’iniziativa per fare il punto sui primi dieci anni della campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo.
“Dobbiamo ancora raggiungere un obiettivo grande che è la legge quadro, per regolamentare il sistema, una legge non ideologica, non proibizionista, ma che metta la tutela della salute della gente al primo posto e non la raccolta di soldi. Serve un’alleanza dal basso, trasversale, a partire dai Comuni e dalle Regioni di tutti i colori, perché la politica nazionale si attiva solo quando è all’opposizione e sono stanco di persone che quando ricoprono posizioni in cui potrebbero davvero fare qualcosa non fanno niente”.
I numeri dell’ultimo anno
Gli ultimi dati sul gioco d’azzardo “sono preoccupanti, il sistema dell’azzardo si stima quest’anno arrivi a raccogliere quasi 140 miliardi di euro, 110 l’anno passato, 29 milioni di conti gioco on line in Europa, 9 milioni in Italia. Sono dati devastanti – commenta – anche perché fanno pensare che in un tempo di crisi economica come questo, la gente trovi nella sponda dell’azzardo una soluzione ai problemi, peggiorandoli”. “Quei soldi sono raccolti senza porsi la domanda di cosa portino dentro, portano il sangue e la sofferenza di tante persone, uno Stato che fa così, che non regolamenta un sistema come questo non è dignitoso. Sono soldi pescati dalla paghetta di un ragazzino o dalla pensione di un anziano”.