La Fiom lancia l’allarme: “Nei prossimi sette anni il 70% dei 3.178 addetti della carrozzeria lascerà il posto di lavoro. Abbiamo bisogno di giovani con contratto a tempo indeterminato”
L’azienda Mirafiori invecchia e l’età dei lavoratori è sempre più alta. Nei prossimi sette anni si stima che il 70% degli operai della carrozzeria andrà in pensione. A lanciare l’allarme è la Fiom, la Federazione Impiegati Operai Metallurgici, che chiede assunzioni a tempo indeterminato per dare un futuro allo stabilimento di Stellantis. “Quattro anni fa i dipendenti di Mirafiori erano 15.459, a fine 2022 sono 11.336, il 26.7% in meno. Nei prossimi sette anni il 70% dei 3.178 addetti della Carrozzeria andrà in pensione. Per dare un futuro alla fabbrica bisogna fare assunzioni, non di interinali ma di giovani con contratto a tempo indeterminato”.
Lo ha affermato Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Torino, che ha parlato delle prospettive dello stabilimento di Stellantis in una conferenza stampa dove hanno partecipato anche i delegati della fabbrica torinese dove oggi lavorano, tra l’altro, molti degli ex addetti della Maserati di Grugliasco.
Mirafiori registra numeri in calo
“Nel 2022 a Mirafiori – ha detto Lazzi – sono state prodotte 88.000 vetture, in crescita rispetto all’anno precedente, ma in forte calo se il confronto si fa con il 2006 quando erano 218.000. È possibile che nel 2024 si superi la soglia delle 100.000 unità, ma se si vuole davvero rilanciare l’industria dell’auto a Torino bisogna ripensare completamente Mirafiori. Per rilanciare lo stabilimento bisogna avere nuove produzioni e fare assunzioni stabili”. Lazzi ha aggiunto che “la metà di Mirafiori è vuota. C’è un milione e mezzo di metri quadrati di deserto. Ci vogliono nuove produzioni, che riportino le auto prodotte ogni anno a quota 200 mila”.
I delegati si dicono molto preoccupati per l’attuale situazione. “In fabbrica tra gli operai si sente silenzio. Oggi si lavora su due stampi, mentre una volta si lavorava fino a sette. Il silenzio è anche quello dell’azienda nei nostri confronti: manca personale, ma non assumono”, dice Beppe Vallarelli delle Presse. “Agli Enti centrali abbiamo subito la cura dimagrante dei costi” aggiunge Rita Riva.