L’economista commenta gli ultimi dati nazionali: «Il rischio è che l’indice possa sfiorare la doppia cifra, se si prosegue su questa strada. Bene i prezzi calmierati nel settore energia, ma bisogna fare di più»
«Per contrastare l’aumento dell’inflazione il governo deve fare di più, in particolare per le fasce deboli della popolazione». Analizza gli ultimi dati economici Carlo Cottarelli, economista, che in un’intervista al quotidiano La Stampa invita il governo a prendere in considerazione altre strade, oltre a quella del calmierare i prezzi dei carburanti e delle bollette.
«Credo che, oltre alle banche centrali, qualcosa lo possa fare il governo. Bene ha fatto a calmierare bollette e carburanti, ma dovrebbe mirare i propri interventi per dare sollievo alla parte più povera della popolazione. Non siamo più di fronte a un’inflazione che riguarda solo i prodotti energetici e alimentari. Anche l’inflazione di base sta crescendo. Sui 12 mesi è ancora relativamente bassa, al 3,8% in Italia e al 4,6% in Eurozona. Ma se annualizziamo l’andamento degli ultimi tre mesi notiamo che è all’8,3% in Italia e al 9,6% nell’Eurozona».
Sul tema del salario minimo e dell’aumento degli stipendi, Cottarelli spiega: «Se i salari aumentano le imprese scaricano i costi aumentando i prezzi. Al tempo stesso c’è un problema serio legato al taglio del potere d’acquisto. Appare convincente la soluzione citata dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nelle considerazioni finali laddove ritiene utili interventi mirati ai redditi bassi. Le manovre messe in campo finora per calmierare le bollette hanno agevolato tutti, ma se i soldi sono pochi vanno concentrati su chi ne ha bisogno».