A pesare è la riduzione molto ampia dell’energia che perde il 4,5% sul mese e il 17,1% sull’anno, mentre i beni di consumo segnano -0,4%
Dall’Istat l’allarme arriva forte e chiaro. A novembre la produzione industriale è calata dello 0,3% rispetto al mese precedente mentre l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 3,7%.
Le rilevazioni Istat
A pesare è la riduzione “molto ampia” dell’energia, che perde il 4,5% sul mese e il 17,1% sull’anno, mentre i beni di consumo segnano -0,4% e crescono su base congiunturale i beni strumentali, ma solo dello 0,1%. A soffrire sono molto i beni di consumo con -2,6%, i beni intermedi con -5,2% e l’energia che arriva a -16,2%. I settori di attività economica che registrano variazioni tendenziali positive risultano essere: “La fabbricazione di mezzi di trasporto e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+7,3% per entrambi i settori), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+6,4%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+2,4%)”.
Lo spettro della recessione
Prosegue inarrestabile il calo della produzione secondo quanto afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Quest’ultimo chiede un vero e proprio cambio nella politica economica del governo perché far ripartire la crescita bisogna ridare capacità di spesa alle famiglie. Carlo Rienzi, presidente Codacons ha affermato: “Dopo il commercio anche l’industria continua a subire gli effetti negativi della crisi in atto nel nostro paese. L’inflazione alle stelle e l’emergenza energia fanno sentire il loro peso anche sulla produzione industriale”.
Secondo Rienzi si tratta di un pessimo segnale per l’economia italiana che dimostra come le bollette e prezzi siano una minaccia seria per il Paese.