Il piano presentato a maggio scorso per emancipare l’Unione dai combustibili fossili russi arriva sul tavolo di Strasburgo
Via libera dall’Europa alle modifiche sul Pnrr. L’Europarlamento, riunito in plenaria a Strasburgo, ha dato infatti l’ok definitivo – con 535 voti favorevoli, 63 contrari e 53 astensioni – all’accordo politico sul REPowerEU, raggiunto lo scorso 14 dicembre per dare modo agli stati membri di aggiungere un nuovo capitolo ai loro Pnrr, dedicato a centrare gli obiettivi di indipendenza energetica, dall’aumento dei target di efficienza energetica negli edifici e nelle infrastrutture energetiche critiche all’aumento della produzione di biometano sostenibile.
I finanziamenti della Commissione europea
La Commissione europea ha previsto di finanziare il piano con 225 miliardi di prestiti (stimati) non impiegati del Next Generation Eu che potrebbero essere redistribuiti, 20 miliardi di euro in sovvenzioni attraverso il mercato del carbonio, la possibilità di trasferire 5,4 miliardi dalla riserva di adeguamento della Brexit e 7 miliardi dai fondi di coesione.
Le uniche sovvenzioni fresche in senso proprio saranno i 20 miliardi di euro che i co-legislatori dell’Ue hanno deciso di finanziare per il 60% con risorse dal fondo per l’innovazione (12 miliardi di euro) e per il 40% dall’anticipazione delle quote del mercato del carbonio, il sistema Ets (8 miliardi), che oggi sono ferme nella riserva di stabilità del mercato. Tutte queste risorse saranno in maniera obbligatoria vincolate, spiegano fonti comunitarie, all’attuazione del capitolo aggiuntivo al Pnrr che gli stati membri dovranno redigere per l’attuazione del REPower.
Da piano antirusso a piano green
Da quando è stato presentato a maggio scorso, REPowerEu è passato dall’essere il piano centrale per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia all’essere individuato dalla Commissione europea come una delle soluzioni “ponte” per finanziare il piano per l’industria verde europea annunciato dalla presidente Ursula von der Leyen nei giorni scorsi.
Le scadenze per gli stati membri
Dopo l’ok formale dell’Eurocamera, ora tocca agli stati membri dare il via libera definitivo per fare entrare il regolamento in Gazzetta Ufficiale e avranno tempo fino al 30 aprile per chiedere a Bruxelles una modifica dei loro Pnrr per inserirvi le modifiche necessarie. L’ingresso del regolamento in Gazzetta Ufficiale Ue (che dovrebbe arrivare a fine mese) segna anche un’altra scadenza importante.
Quando il regolamento sarà in Gazzetta, gli stati membri Ue che ancora non lo hanno fatto avranno 30 giorni di tempo per presentare a Bruxelles la richiesta formale di usare i prestiti non richiesti del Next Generation Eu che la Commissione Ue vuole usare per finanziare il Repower.
A quel punto sarà più chiaro quanto di quei 225 miliardi di euro stimati dalla Commissione Ue potrà effettivamente essere redistribuito tra i Paesi come l’Italia.
I paesi che hanno richiesto di usare i prestiti di Next Generation
Per ora ad aver fatto richiesta di usare i prestiti di Next Generation sono l’Italia, la Grecia, il Portogallo, Cipro e la Romania. Attualmente è difficile stimare con esattezza quante risorse potrebbero spettare all’Italia, che ha già usato tutti i prestiti del Recovery, ma potrebbe accedere almeno a 2,76 miliardi di euro nell’ambito del finanziamento Ets (il sistema di scambio di quote di emissioni dell’Ue) previsto dall’accordo politico, nonché 146 milioni di euro dalla Riserva di adeguamento della Brexit, per un totale di circa 2,9 miliardi di euro.
Quanto alla chiave di ripartizione dei fondi tra gli stati membri sarà una formula che terrà conto della politica di coesione, della dipendenza degli stati membri dai combustibili fossili e dell’aumento dei prezzi degli investimenti.