I campanelli d’allarme del rapporto Health at Glance dell’Ocse: poco personale e retribuzione più bassa rispetto la media Ue
Il quadro desolante della sanità in Italia è sempre più vivido. Il rapporto Health at Glance 2022 dell’Ocse attiva dei campanelli d’allarme che fanno leva, in particolar modo, nella realtà infermieristica sia per la retribuzione del personale, sia nei numeri legati al rapporto infermiere-paziente e infermiere-medico.
Il numero degli infermieri in Italia
Secondo l’Ocse “gli infermieri costituiscono la categoria più numerosa di operatori sanitari in quasi tutti i paesi dell’UE. Le carenze preesistenti di infermieri sono state esacerbate durante i picchi dell’epidemia, in particolare nelle unità di terapia intensiva, ma anche in altre unità ospedaliere e strutture di assistenza a lungo termine. Si prevede che la domanda di infermieri continuerà ad aumentare nei prossimi anni a causa dell’invecchiamento della popolazione mentre molti infermieri si stanno avvicinando all’età pensionabile”.
La media Ue è di circa 8 infermieri ogni mille abitanti, mentre in Italia il dato è minore con 6.3. Tra i Paesi europei, il numero di personale sanitario pro capite è stato più alto nel 2022 in Finlandia, Islanda e Germania. Nel caso italiano invece, negli anni si sono fatti dei flebili passi in avanti, dalla media del 5.7 ogni mille abitanti a quello attuale con 6.3, mentre una tendenza contraria la si ha nel rapporto infermieri per medico con 1.6.
La retribuzione degli infermieri in Italia: parla De Palma
Secondo il rapporto Ocse la retribuzione degli infermieri in Italia risulta di 28.400 euro a fronte della media europea di 35.300 euro. Tale dato preoccupa Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up: “i numeri del nuovo audit mettono nero su bianco che la forbice tra le retribuzioni del personale medico e quelle degli altri professionisti del comparto si va allargando sempre di più, creando una sperequazione e una disparità che non legittima le competenze e l’assoluta eccellenza che gli infermieri, e le altre professioni sanitarie del comparto rappresentano, ieri come oggi”.