L’allarme per il conflitto in Medio Oriente non è l’unico ad essere scoppiato nel nostro Paese. Insieme alle tensioni tra Iran, Israele e Stati Uniti è infatti cresciuto il timore che la guerra in corso possa portare conseguenze preoccupanti sul mercato dei carburanti. Dopo settimane in cui i prezzi di benzina e diesel sembravano essere in discesa, nel giorno dell’attacco israeliano a Teheran, il Brent è tornato a crescere.
Da quel giorno, la situazione è apparsa sempre più incerta, con difficoltà da parte dell’Italia e del resto dell’Occidente di comprendere in che modo avrebbe potuto muoversi il mercato. L’attacco Usa alle basi nucleari iraniane ha ovviamente peggiorato questa situazione, di fatto aumentando ancora il prezzo del greggio sia del Mare del Nord (Brent) sia americano. Il pericolo è che con il proseguire delle ostilità i prezzi di listino possano aumentare ancora.
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Di fronte a tale possibilità, dunque, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha invitato il Garante per la sorveglianza dei prezzi del Mimit a convocare una Commissione di allerta sul tema. Questa si riunirà il prossimo mercoledì 25 giungo alle ore 15, come resto noto dallo stesso ministero. Tale commissione, istituita con il decreto Trasparenza, ha il compito di “fornire un quadro sulla portata delle variazioni dei prezzi e i loro effetti sui consumatori“, come si legge in una nota del ministero.
Un organismo che vuole portare chiarezza e che lavora con l’obiettivo di tenere sempre sotto controllo l’aumento dei prezzi sui carburanti, per evitare speculazioni che pesino gravemente sulle spalle degli italiani. Il decreto trasparenza ha infatti previsto il “monitoraggio continuo” dei prezzi medi di benzina, gasolio, gpl e metano, nonché strumenti per una maggiore informazione per i cittadini.
Il rialzo improvviso dei prezzi di benzina e diesel
La crisi mediorientale ha già iniziato a far sentire la sua influenza nei distributori di carburanti italiani. La benzina self service si attesta in media a 1,748 euro il litro, il diesel self service a 1,670 euro il litro mentre la benzina servito a 1,886 euro il litro e il diesel servito a 1,806 euro il litro. La verde su alcune autostrade sfonda già la soglia dei 2,3 euro al litro sul servito.
Assopetroli ha respinto ogni accusa di speculazione, sostenendo che questi prezzi sarebbero la netta conseguenza della situazione attuale. Il ministero ha però voluto avviare delle procedure di controllo, con l’obiettivo di tutelare i risparmi dei cittadini e dei residenti.
Secondo quanto calcolato dagli esperti, comunque, i prezzi del greggio sono aumentati considerevolmente a seguito della decisione degli Usa di bombardare l’Iran. Il Brent, che è il greggio estratto dal Mare del Nord il cui prezzo è indicativo per i mercati europei, ha in poco tempo raggiunto i livelli di gennaio e da cui era faticosamente sceso.
L’allarme principale arriva da Assoutenti, secondo cui la guerra attuale sarebbe stata utilizzata come pretesto per fenomeni speculativi. La situazione però potrebbe peggiorare sensibilmente, quanto la chiusura dello Stretto di Hormuz (dov’è e perché è così importante), minacciata dall’Iran, potrebbe provocare un rialzo ancora più grave del prezzo del petrolio.
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