Giulia Salemi è stata invitata al Festival del Cinema di Cannes e per l’occasione ha indossato un abito che ha fatto impazzire i presenti (e non solo). In realtà il dress code ha avuto anche forte valore simbolico e soprattutto la Salemi ci ha tenuto a portare sul red carpet le sue origini persiane.
E’ il terzo anno che l’influencer viene invitata alla kermesse ed ogni volta ha sfilato con degli abiti pazzeschi, questa volta l’outfit è firmato da Greta Tedeschi.
Giulia Salemi: il valore simbolico dell’abito
In particolare Giulia Salemi ha indossato una gonna cadì di seta nera e un bustino decorato con un motivo che si ispira alla sua terra, ovvero al tappeto persiano Afshan. Il disegno floreale è rielaborato in chiave digitale con un disegno laser e applicato con un termo stampo ricamato a mano. Il drappeggio, invece, richiama il velo che vuole dare un tocco speciale che lega tradizione e contemporaneità.
Ma la vera bellezza dell’abito sta nel suo significato, realizzato dalla designer iraniana Sara Behbud che si è ispirata al movimento Donne Vita Libertà, nato a seguito della morte di Mahsa Amini. Il vestito è stato anche confezionato nella sartoria coordinata da Samanthakhan Tihsler del Centro Milano Donna del Municipio 9, un punto di riferimento per donne vittime di violenza.
Inoltre l’abito è stato ricamato da una donna che fa parte del centro antiviolenza SVS- Donna Aiuta Donna.
Un look pieno di messaggi: un modo per collegare le proprie origini con l’attualità. Ma soprattutto un modo per creare un filo che unisca due culture, le cui donne, in forma diversa, si trovano a subire situazioni simili. Indossare questo vestito in un’occasione così importante, dato che Giulia Salemi non era lì in quanto attrice, è un bel gesto che in un certo modo “dà senso” alla sua presenza.
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