Censis 2023, l’Italia dei sonnambuli senza sogni

Il nuovo rapporto Censis non è rincuorante, con un Italia in cui i giovani continuano ad essere penalizzati e non si ritengono importanti

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Siamo un Paese di “sonnambuli, è questo che emerge dal Rapporto Censis 2023, in cui come sempre viene stilato un quadro generale della situazione sociale, demografica e lavorativa italiana. Una Nazione di cittadini delusi, sfiancati, demoralizzati che continuano a vivere per inerzia in attesa di tempi migliori.

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Rapporto Censis 2023: giovani italiani sonnambuli e rassegnati

L’Italia continua a perdere percentuali di popolazione abile al lavoro a causa dei cali delle nascite e della fuga dei cervelli, che vanno a cercare all’estero la fortuna. Mentre chi rimane qui si è ormai rassegnato a un quadro economico e lavorativo al collasso, che non permette di fare progetti a lungo termine, o semplicemente costruire una famiglia.

Un cane che si morde la coda e che senza un radicale e sostanziale cambiamento nell’economia italiana sarà destinato a portarci al tracollo, con un sistema di welfare ormai in dirittura di arrivo e una drastica diminuzione della popolazione italiana.

Censis: i millennials sono la generazione più penalizzata

Secondo il Rapporto Censis 2023 il 57,3% ha decretato che la generazione che di più subisce i contraccolpi della situazione del nostro Paese sono i Millennial, ovvero i giovani tra i 18 e i 35 anni di età che si ritrovano a dover ereditare e cercare di risolvere le problematiche create dai loro genitori e dai loro nonni. Una generazione ormai abituata all’insoddisfazione lavorative e soprattutto alla mancanza di stabilità, che impedisce loro di fare piani per il futuro.

Spesso non è possibile risparmiare una percentuale dello stipendio da poter investire nell’acquisto di un immobile oppure nella possibilità di fare un figlio. Spesso gli affitti sono troppo alti per accettare quel lavoro tanto voluto, che però si trova in un’altra città. Spesso si deve rinunciare ad acquistare un vestito nuovo o alla concessione di un pasto fuori perché altrimenti non si riesce a pagare una bolletta.

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Rapporto Censis 2023: i giovani sono i più penalizzati

Situazioni che coinvolgono non solo giovani che per la prima volta si avventurano nel momento del lavoro, ma anche chi da anni cerca di costruirsi una stabilità, lavorando e spesso sacrificando la propria qualità della vita. Orari che superano le 9 ore di turno, così come paghe al minimo storico che, nonostante la percentuale di impiego più alta degli ultimi anni, comunque non riescono a far crescere l’economia del nostro Paese.

Censis: giovani sonnambuli che hanno accettato la loro condizione

Nessuno però fa nulla, si continua a vivere tra sacrifici e privazioni alla ricerca di quell’attimo di felicità tanto sperata. Una vita da sonnambuli che ci porta ciclicamente a rivivere la stessa giornata come degli automi, nella speranza che le nostre fatiche vengano ripagate. Uno scenario opprimente che però è la realtà per centinaia di migliaia di giovani, almeno quelli che hanno deciso di non lasciare il loro Paese. Anche in questo caso però la decisione sembra forzata e secondo il Censis il 60,6% dei giovani tra i 18 e i 34 anni se ne andrebbe se avesse la possibilità.

Sono la generazione più preparata e migliore di sempre” ha affermato Giorgio De Rita, segretario generale de Censis, eppure nessuno si batte per loro e nessuno li ferma quando decidono di fuggire dal loro Paese, perché le opportunità sono troppo poche e troppo poco invitanti. Un’emigrazione di massa che aumenta di anno in anno, portando a quasi 6 milioni gli italiani residenti all’estero. Una perdita ingente, che sommata al declino delle nascite, ci mette di fronte ad un dato di fatto: il collasso è vicino.

Un collasso a cui ci siamo rassegnati e per cui non vediamo alcuna soluzione, se non quella di evitare ai nostri figli la stessa sorte. Quindi, quale modo migliore per evitare loro questa punizione se non quella di non farli nascere. Secondo le statistiche Istat rielaborate dal Censis, nel 2040 solo 1 coppia su 4 deciderà di fare figli, portandoci quindi verso una situazione ancora più complessa.

Censis: un futuro composto da anziani soli e da un sistema di welfare inefficiente

Siamo seduti sopra una bomba innescata, pronta ad esplodere“, così ha commentato Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, la situazione verso cui si sta dirigendo l’Italia. Meno cittadini abili al lavoro vuol dire meno possibilità di pagare le pensioni. Quadro ancora più grave se si pensa che l’unica fascia di età che in Italia si sta espandendo è quella degli over65.

Dati allarmanti che però non sorprendono nessuno. Sono anni che si levano gridi di allarme ma nulla è cambiato e nulla sembra prossimo al cambiamento. Gli italiani allora continuano a risparmiare, almeno chi può, in attesa che il gruzzoletto messo da parte si mostri necessario per la sopravvivenza. Nessun investimento, nessuna possibilità di partecipare al ricambio economico di cui il nostro Paese ha tanto bisogno. Tutto questo perché gli italiani hanno paura e sono abituati ai periodi di instabilità, che li rendono quindi poco fiduciosi verso il futuro.

Nel frattempo, quindi, evitiamo di costruire qualcosa che richieda più stabilità di quella che abbiamo, anche nelle relazioni. Si stima che le famiglie composte da un’unica persona nel 2040 saranno 9,7 milioni, ovvero il 37% di quelli totali, da aggiungersi al 25,8% costituito da coppie senza figli. Famiglie che una volta anziane si ritroveranno da sole, senza nessuno che possa occuparsi di loro.

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Censis: uno scenario che si ripercuote anche sulle ideologie

Il sonnambulismo che ha ormai abbracciato quasi tutti gli italiani si ripercuote anche sulle loro ideologie, in particolare su quelle che da sempre hanno scatenato più polemiche. Nel 2023 il 74% degli italiani si dice favorevole all’eutanasia, quasi una fuga dalla situazione di disperazione che è ormai diventata la vita in Italia.

Un cambiamento ideologico epocale, che sarebbe sembrato impossibile fino a pochi anni fa. Anche le opinioni sul matrimonio sono cambiate con un 65,6% che si dice favorevole alle unioni civili omosessuali e con un 54,3% che è d’accordo con l’adozione da parte di queste coppie. Solo il 34,4% invece accetta la possibilità della Gestazione per altri.

Si sente necessario anche un ricambio generazionale, per cui il timore evanescente della sostituzione etnica sembra scivolare sempre di più nel dimenticatoio. Il 72,5% degli italiani, infatti, è favorevole allo Ius soli, mentre il 76,8% allo Ius culturae, che prevede la cittadinanza per gli stranieri che sono giunti in Italia prima del compimento dei 12 anni e che abbiamo frequentato un percorso formativo nel nostro Paese.

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