27 Valli incantate di spirituale Haute Couture

A Parigi, ha sfilato ieri la collezione Haute Couture N.27 di Giambattista Valli. Tra petali, chiffon, gemme di rugiada e spiritualità si è portata in scena la Bellezza

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Giambattista Valli ha tratto tutti i benefici dal suo ritorno a Jaipur lo scorso marzo. La celebrazione dell’Holi a cui ha partecipato sembra aver ispirato una collezione haute couture pullulante di vita, omaggiando la rinascita interiore e trasmettendo un significativo messaggio di speranza. La collezione 27 della Fall Winter 24 – 25 è una esperienza “spirituale” che alleggerisce per un momento i pensieri. Anche questa, come ogni sua collezione, è una valle che culla la Natura in ogni sua magnifica forma curandone la Bellezza e fiorendo della sua potenza.

Collezione N.27

Collezione N.27 Giambattista Valli
Collezione N.27 Giambattista Valli

Luce soffusa e due musicisti indiani che creano atmosfera suonando una tradizionale musica indiana. Il magico suono del bansuri, il tipico flauto indiano, e gli accordi del sitar, la caratteristica chitarra, diffondono al corpo e alla mente profonde vibrazioni positive. Poi, iniziano ad apparire, sensuali e soavi, le Veneri di Valli. Sembrano sfilare sfiorando il morbido pavimento, aleggiando e emanando una placida serenità.

Giambattista Valli ha creato, con le sue delicate e fragili silhouettes, un immaginario che mescola e amalgama perfettamente insieme la pittura moghul, ossia uno stile artistico del sud asiatico limitato alle miniature, e la mitologia botticelliana. I tessuti di una leggerezza unica nel suo genere, aleggiano e ondeggiano nell’ambiente come mossi dai soffi di Zefiro. I piccoli dettagli dei petali di fiori applicati in modo sparso e causale su volto, decolté, gambe e braccia, sembrano rievocare una certa metamorfosi e una famosa Primavera rinascimentale.

Le Veneri di Giambattista Valli

Collezione N.27 Giambattista Valli
Collezione N.27 Giambattista Valli

La palette utilizzata è un richiamo allo sfarzo cromatico che si vive durante la festa dei colori, dove si partecipa ad una immersione nel pigmento colorandosi il corpo. Come racconta a Vogue: “In un momento sociale, economico e politico molto confuso ho scelto di dare vita a una conversazione immaginaria tra due culture. Orizzonti liberi dove non ci sono barriere ma incontri, scambi e dialogo“. Lo stilista romano vuole, con la sua collezione 27 allietare i cuori alimentando speranza e cercare di riportarli in un stato di equilibrio e armonia che solo la Natura può regalare, così da “dare una carezza per l’anima“.

La sfilata è una meditazione in divenire in quello che vuole ricordare i giardini di Suryagarh in Jaisalmer. In un crescendo di stratificazioni cromatiche suggerite da una flora intrinseca allo stilista, Valli narra la Bellezza facendo cadere lo spettatore in uno stato zen, in un “supremo benessere“. Spuntano di tanto in tanto, tra le note della musica live, vaporosi fiori tra drappeggi, veli e rigorosi bustini sartoriali.

Anche il casting significativo. Gli sguardi delle modelle scelte creano una allure combinata tra una sorta di misticismo e di spiritualità. La costruzione degli abiti in chiffon di seta, tulle e mussola sono la declinazione del potere curativo della bellezza, dei fiori e della botanica uniti a tradizioni differenti. Valli è riuscito a far coesistere nei fiorenti 34 look il suo personale ricordo dell’abbondanza delle ghirlande floreali disseminate all’esterno di ogni tempio indiano.

La “surreale conversazione” di Valli

Collezione N.27 Giambattista Valli
Collezione N.27 Giambattista Valli

Questa “surreale conversazione” come Giambattista ha spiegato a Vogue nel backstage della sfilata, è tra “la languida grazia Rinascimentale della Primavera di Botticelli e la smaltata perfezione delle deliziose miniature Mughal“. E siccome, nulla è mai a caso, specialmente quando si tratta di ispirazione, creatività e ricerca, lo stilista ha spiegato la correlazione che sussiste tra questi due mondi. Durante il Rinascimento, gli artigiani fiorentini utilizzavano una particolare tecnica di intarsio, la scagliola, che permetteva di imitare marmi e pietre dure con un mix di gesso omonimo, unito con colle naturali e pigmenti colorati. Tale arte arrivò ad Agra per lavorare sul Taj Mahal.

Le persone oggi credono che la bellezza non sia cool. Non ha senso“, Giambattista Valli ha così fatto notare come effettivamente oramai la bellezza in quanto tale venga in un certo senso sottovalutata, quasi non ci fosse più nulla da raccontare. In verità, non c’è cosa più emozionante e dirompente che riguardi la Bellezza, il Bello e così l’armonia.

Quando si vive e ci si emoziona per “qualcosa di oggettivamente bello” è intrinseco nel subconscio che la si stia provando, emette immancabilmente un senso di pace, equilibrio e serenità che difficilmente si può ricreare o provare con la stessa intensità. Valli insegna a credere, grazie ad ogni sua creazione, al potere e alla potenza della Bellezza che si manifesta spontaneamente ogni giorno, e che è da ritrovare anche nello sbocciare di una violetta.

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