“Quando dico che il Papa è bravo per principio, ovviamente lo dico per tutta la sua qualità, ma anche perché è il suo ruolo, è il primario. E lo si ascolta, si obbedisce“, ha affermato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Quest’ultimo, in occasione della visita odierna nel carcere di Ascoli Piceno è intervenuto nel convegno sul tema “Giustizia e speranza, carcere e territorio“, organizzato dalla Diocesi di Ascoli, San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto, affrontando svariati temi come quello del dialogo, della speranza e dei suicidi.
Zuppi sull’eredità di Papa Francesco
Dopo essersi soffermato su un iniziale discorso sul pontefice, Monsignor Zuppi ha anche parlato dell’eredità di Papa Francesco, sottolineando che “Papa Leone, sin dal primo incontro ha teso a riprendere tante parole di Papa Francesco, perché sono le sue, sono le nostre.” Il cardinale ha poi evidenziato che la tradizione “e’ una cosa seria” da amare e difendere, ma che tuttavia “non è mai conservazione” bensì qualcosa da portare avanti e interpretare, nonché vivere ognuno con il proprio stile.
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Zuppi sugli sforzi diplomatici della Santa Sede: “Il dialogo può mettere fine ai conflitti?”
“Ci chiediamo ancora se il dialogo puo’ mettere fine ai conflitti? L’impressione e’ che qualche volta non ci crediamo“, ha affermato il cardinale Matteo Maria Zuppi in visita al carcere di Ascoli Piceno, soffermandosi sui conflitti in corso. Questo ha evidenziato che tale dialogo è “la via sulla quale tutti quanti i Papi hanno insistito” tra cui anche lo stesso Papa Francesco, che ha costantemente tentato di ricostruirlo e permetterlo.
Zuppi ha sottolineato che la diplomazia non cancellerebbe le responsabilità, bensì risolverebbe i conflitti con una via diversa da quella delle armi. E ciò risulta ancora più complicato, in quanto richiederebbe “pazienza e insistenza” oltre ad “una comprensione profonda“. Infine conclude dicendo che ci sarebbe anche “il problema” di indirizzare la comunità internazionale affinchè vada verso una sola traiettoria e aggiunge “credo che lo sforzo di tutta l’importantissima squadra diplomatica della Santa Sede vada in questa direzione“.
Zuppi: “La speranza rinasce anche in carcere”
Il cardinal Zuppi ha ripreso, tra gli altri temi, il concetto di speranza, di cui già precedentemente aveva discusso Papa Francesco, il quale non a caso aveva aperto il Giubileo anche nel carcere di Rebibbia, come luogo in cui far ripartire la speranza: “La speranza è attraversare le difficoltà, perché ovunque e per ognuno c’è un diritto alla luce e a un futuro diverso.” Inoltre Zuppi ha aggiunto che tale tema per i detenuti passerebbe per lo studio, il lavoro, la qualificazione e l’accompagnamento così che sappiano come reintegrarsi in società.
Infine l’arcivescovo metropolita di Bologna si è soffermato sui suicidi, evidenziando come siano paragonabili ai morti sul lavoro “ci colpiscono nell’immediato, ma poi tendiamo a dimenticarcene, ci abituiamo, ma sono talmente in aumento che non possiamo non interrogarci sul perché accadono”.
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