Ore di tumulto in via Teulada, dove si trova la sede della Rai, in ascensore è apparsa la scritta “Vespa infame”, rivolta a Bruno Vespa, è stato lui stesso a rendere pubblico l’episodio e i carabinieri hanno aperto un’indagine a tal proposito.
Diverse le reazioni da parte sia dei dirigenti della Rai, sia di alcune forze politiche che hanno duramente criticato ciò di cui è stato vittima il giornalista ed hanno annunciato che verranno presi provvedimenti nei confronti di coloro che hanno fatto questo atto vandalico.
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Non è chiaro il motivo per il quale sono arrivate queste scritte, le probabilità sono due: o la presenza di Giorgia Meloni oggi a Cinque Minuti, oppure l’ultima discussione che ha avuto all’interno della sua trasmissione contro un attivista della Flotilla.
Scritte contro Vespa, la reazione dei dirigenti Rai
Immediatamente l’ad Rai, Giampaolo Rossi, ha espresso solidarietà a Bruno Vespa: “La Rai esprime ferma condanna per la scritta offensiva e infame comparsa in un ascensore della sede di Via Teulada, a Roma, e rivolta al giornalista Bruno Vespa, storico volto del servizio pubblico. Si tratta di un episodio grave che rappresenta una forma di intimidazione e di intolleranza inaccettabile simili comportamenti non appartengono alla cultura del dialogo e del rispetto che devono caratterizzare ogni luogo di lavoro, tanto piu’ una sede del servizio pubblico radiotelevisivo. La Rai ribadisce il proprio impegno a difesa del pluralismo, del confronto civile tra opinioni diverse e della libertà di espressione, principi fondanti della sua missione. Ogni forma di linguaggio d’odio o minaccia personale è incompatibile con questi valori”.
Anche Unirai ha espresso con durezza condanna verso ciò che è successo: “Ferma condanna per l’episodio avvenuto nella sede Rai di via Teulada, dove è comparsa una scritta offensiva nei confronti di Bruno
Vespa. La Rai è e deve restare un luogo di civiltà, libertà e rispetto reciproco, valori che il sindacato Unirai continuerà a difendere senza esitazioni”.
La consigliera del cda Rai, Simona Agnes, ha invece detto: “La scritta offensiva comparsa in un ascensore della sede Rai di via Teulada è un gesto grave e inaccettabile, che colpisce non solo un grande professionista come Bruno Vespa, ma l’intera comunità del servizio pubblico. Mi auguro che le autorità competenti individuino al più presto i responsabili di questo gesto, e che all’interno dell’azienda si riaffermi sempre un clima di rispetto, collaborazione e dignità professionale”.
Vespa, la reazione dei politici italiani
Anche alcuni politici italiani hanno condannato l’episodio accaduto a Bruno Vespa che, questa sera, ospiterà a Cinque Minuti Giorgia Meloni. Maurizio Gasparri ha detto: “Sono solidale con Bruno Vespa non solo per la scritta ingiuriosa che ha ricevuto, ma anche per il coraggio con cui ha detto quello che andava detto all’esponente della cosiddetta Flotilla. Bravo Vespa”.
Maurizio Lupi anche ha detto la sua: “Il clima d’odio colpisce tutti, anche i giornalisti. Solidarietà a Bruno Vespa e condanna per la scritta ingiuriosa trovata a Via Teulada”.
Anche Mariastella Gelmini ha espresso amarezza per ciò che è successo al giornalista: “Attacchi, insulti e persino scritte ingiuriose apparse questa mattina in via Teulada non fermeranno il lavoro e l’impegno di un grande professionista Rai come Bruno Vespa, a cui va tutta la mia solidarietà”.
Ignazio La Russa anche ha mostrato sostegno a Vespa: “Rivolgo la mia sincera e affettuosa solidarietà a Bruno Vespa per la scritta offensiva comparsa in un ascensore della sede Rai di via Teulada”.
Usigrai difende Bruno Vespa
Usigrai anche, in una nota, ha espresso solidarietà nei confronti a Bruno Vespa: “Le critiche si fanno e si ricevono. Gli insulti vanno rispediti al mittente. Vale anche per quelli scritti da mano anonima nell’ascensore Rai di Via Teulada, contro Bruno Vespa. Non abbiamo mai risparmiato critiche al giornalista e conduttore Rai, sul suo contratto da artista e sul suo modo di fare informazione. Continueremo a farlo se lo riterremo necessario. Ma siamo contro chi usa questi metodi nei confronti di dipendenti e collaboratori della Rai, alimentando dentro l’azienda un clima di sospetto che è da rigettare”.
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