USA, armi facilmente reperibili, un modo sbagliato per ricordare la storia degli States

La scelta di tenere armi in casa, vede la preferenza di cittadini repubblicani, circa il 45%, contro un 20% di stampo democratico

Redazione
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Ogni anno negli Stati Uniti d’America si verificano sparatorie che interessano, purtroppo, la morte di numerose persone. Dalla cronaca americana si comprende che, nella maggior parte dei casi, a compiere il gesto è un giovane che si vendica sanguinosamente contro i propri compagni di scuola con i quali non è riuscito a stabilire un buon rapporto. In altre violente vicende l’assassino è incarnato da soggetti sofferenti per conflitti scaturiti da un lavoro conteso.

Da oltre oceano arrivano di frequente queste notizie: ogni anno oltre 40mila americani muoiono a causa di sparatorie e le armi che vengono impiegate a compiere il feroce gesto sono di facile reperibilità. Negli States, però, le aggressioni che si verificano sono spesso anche di natura politica, una causa-effetto che si riscontra di rado negli altri stati del mondo. Partendo del famoso attentato che costò la vita al Presidente Kennedy a Dallas, viene spontaneo ricordare anche gli attacchi nei confronti di Lincoln, Reagan, Clinton e non per ultimo Donald Trump.

Sfortunatamente, negli Stati Uniti, il rapporto che sussiste tra cittadini e armi, è diventato uno strumento, sbagliato, per ricordare e narrare la storia stessa degli States. Dai pionieri ad ora, infatti, sembra che i contrasti, le opinioni divergenti e i malumori possano essere risolti solamente ricorrendo alla violenza.

La grande distribuzione delle armi

L’attentato a Donald Trump in Pennsylvania, fortunatamente senza conseguenze fatali, ha riportato a galla un acceso dibattito che è sempre stato protagonista negli USA, coinvolgendo nel profondo gli animi degli americani. La grande distribuzione di armi nelle mani di cittadini comuni, riapre l’animata discussione sul lecito possesso o meno di armamenti. La legislazione americana, probabilmente per le radici e l’indole pionieristici, permette anche alle persone con disturbi mentali di poter acquistare, o comunque limita lievemente di procedere all’acquisto di armi.

Detenere un’arma in casa

La scelta consapevole di tenere in casa pistole, revolver, o addirittura fucili, è molto comune se non scontata. Stando ai numeri, si evidenzia una percentuale del 45% di acquirenti e possessori di armi di stampo repubblicano contro un 20% democratico. La credenza costruita sulla sicurezza che il possedere un’arma possa dare ad una persona, vive principalmente tra i repubblicani rispetto ai democratici meno propensi a crederlo. Ad esempio, quasi non sussiste differenza di genere: sia gli uomini, circa il 45%, che le donne al 40%, ritengono che sia opportuno possedere un’arma. Mentre la diffusione è più alta tra le persone che abitano in campagna che fra gli abitanti delle città.

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