La causa più plausibile dell’incendio sembra essere l’esplosione dei bidoni di benzina. In 37 tratti in salvo, alcuni feriti non gravi. Il sindaco Mannino: “L’Ue faccia qualcosa. Questa ecatombe è intollerabile”
Una terribile esplosione che ha ucciso due bambini innocenti. Lo confermano fonti della Capitaneria di Porto, che dicono però di non avere certezze sulle dinamiche dello spaventoso incendio divampato questa mattina su un barcone carico di migranti. È stata aperta un’inchiesta per stabilire cosa abbia innescato le fiamme.
Le ipotesi dell’esplosione
In un primo momento si era diffusa la notizia dell’esplosione di una bombola, ma se fosse stata questa la causa, il barchino sarebbe colato a picco e le vittime sarebbero state molto più numerose. Verosimilmente – ma spetterà all’inchiesta chiarirlo – è andato a fuoco uno dei bidoni di benzina che era la scorta di carburante.
Di certo si sa che sul barcone c’erano i corpi ustionati di due bambini piccolissimi, un maschio e una femmina, probabilmente di uno e due anni, ormai senza vita. Accanto a loro, una donna incinta gravemente ferita, altri bambini con vistose ustioni, gente sotto shock che cercava compagni di viaggi dispersi in mare, inclusa la mamma di una delle due piccole vittime. La donna ferita è stata subito trasportata d’urgenza al Centro Grandi Ustioni a Palermo, insieme a un bimbo di due anni con ustioni su tutto il corpo e un ragazzo con ustioni alle gambe. Le condizioni della donna sono molto gravi.
La ricostruzione dell’accaduto
Secondo le prime ricostruzioni, l’incidente sarebbe avvenuto all’alba. Per motivi ancora da definire, a bordo del barcone su cui viaggiavano 37 persone, si è verificata una violenta esplosione. I due piccoli uccisi sul colpo. Terrorizzati molti dei migranti si sono buttati in acqua. A dare l’allarme è stato l’equipaggio di una motopesca tunisino, che questa mattina ha avvistato il barcone “in area di responsabilità Sar maltese, in prossimità dei limiti dell’area Sar italiana” ed ha subito avvertito la Guardia costiera di Lampedusa, dopo aver prestato i primi soccorsi. In accordo con le Autorità maltesi – che hanno coordinato l’invio di mezzi – una motovedetta della Guardia costiera di Lampedusa è stata inviata sul posto e ha recuperato 38 migranti, parte dei quali già soccorsi dal peschereccio, tra cui anche i corpi privi di vita di due minori.
Poche ore prima, la Guardia costiera greca ha informato di aver messo in salvo questa mattina 80 migranti a bordo di una barca a vela la cui navigazione era stata resa difficile dal maltempo al largo della costa sud del Peloponneso. Due motovedette della Guardia Costiera e tre imbarcazioni di passaggio si stavano dirigendo verso la zona, mentre la barca a vela veniva trainata da un rimorchiatore verso un porto vicino, ha dichiarato la Guardia Costiera. Dall’inizio di ottobre, almeno 27 persone sono annegate in due distinti naufragi a largo delle coste delle isole di Lesbo e Citera.
D’altra parte, il portavoce della Guardia nazionale tunisina, Housemeddine Jebabli, ha reso noto su Facebook che unità della Guardia costiera del paese maghrebino hanno bloccato nelle ultime 72 ore, nella zona centrale del Paese, 35 operazioni di migrazione irregolare, intercettando in mare 949 migranti, di cui 749 stranieri.
“Questo è un incubo, sono sindaco da poco più di tre mesi e mi hanno già consegnato cinque corpi. Adesso, anche quello di due bambini. L’Unione europea deve fare qualcosa: si ripristini Mare Nostrum, si immagini un altro sistema di salvataggio. A livello umano quest’ecatombe è inaccettabile”, si sfoga il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino. “Invito ufficialmente la presidente dell’Unione europea a venire qui sull’isola e a rendersi conto della situazione”.