L’esplosione di via Nizza a Torino nella notte del 30 giugno scorso, è stato un atto doloso. Nessun incidente, nessuna ipotesi di disastro e omicidio colposo, quindi, nella palazzina dove ha perso la vita un persona, altre cinque sono rimaste ferite e 44 sono sfollate. La convinzione degli investigatori della squadra mobile della questura che hanno proseguito le indagini iniziate dai vigili del fuoco e dagli agenti del commissariato Barriera Nizza in quella sconvolgente notte, è stata confermata.
Una conclusione, infatti, che nelle scorse ore ha portato ad eseguire un arresto su ordinanza di custodia cautelare. Il movente del gesto sarebbe da ricercare in questioni di carattere personale alle quali, comunque, la vittima, Jacopo Peretti, era del tutto estranea. L’uomo di 33 anni, originario di Mazzè, è deceduto nella notte fra il 30 giungo e il 1° luglio, e sarebbe dunque da considerare come una vittima collaterale alla tragedia.
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Il sospettato è ricoverato all’ospedale Cto nel reparto grandi ustionati ed ha subito un intervento per le conseguenze dell’esplosione. Si tratta di una guardia giurata di 40 anni, che è stata vista scappare quella stessa notte con il volto gravemente sfigurato, sanguinante, ma senza cercare soccorso immediato sul posto. Nel mezzo del caos, però, nessuno aveva fatto caso a lui. Le indagini hanno permesso di scoprire che l’uomo sarebbe entrato nell’appartamento in piena notte, portando con sé un sacchetto vuoto.
Le indagini in via Nizza
L’opaca trama intorno alla vicenda inizia quindi a sciogliersi. Dalla svolta nell’indagine da cui è emersa la natura dolosa dell’atto agli elementi che erano celati e ignoti come il movente. Infatti, in base a quanto appreso, il sospettato avrebbe agito probabilmente per compiere una vendetta nei confronti della sua ex fidanzata. Di certo, i condizionali sono ancora parte della narrativa, perché di certezze ancora non ce ne sono. Sopratutto in merito all’esatta cronologia con cui si sono susseguiti i fatti.
Ciò che è sicuro è che i riscontri dell’indagine hanno portato la Procura della Repubblica di Torino, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, a inoltrare una richiesta di misura cautelare all’Ufficio GIP del Tribunale riconoscendo gravi indizi di colpevolezza. Da qui l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato. Provvedimento restrittivo che è stato eseguito nel pomeriggio di oggi nei confronti di un quarantenne che lavora come guardia giurata, assistito dall’avvocato Basilio Foti.
Poteva sembrare un incidente. La classica fuga di gas. invece, qualcosa ha stuzzicato il sesto senso della pm Chiara Canepa e non ha convinto i poliziotti della squadra mobile e del commissariato Barriera Nizza. Così, al vaglio degli inquirenti i filmati di alcune telecamere della zona e l’audizione di una serie di testimoni. Un ventaglio di fonti e di indizi che hanno permesso di individuare il presunto responsabile con un’indagine lampo. Contro il sospettato hanno giocato le confidenze che nei giorni successivi ha reso ai colleghi di lavoro.
Nella palazzina, in via Nizza 389, si era scatenato un incendio cui aveva fatto seguito un’esplosione che aveva devastato tre appartamenti. I vigili del fuoco del comando provinciale hanno localizzato l’innesco in un alloggio al quinto piano, dove gli inquirenti hanno concentrato le loro attenzioni. Adesso, le attenzioni dovranno concentrarsi nello scovare i tasselli mancanti dell’intero caso.
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