Paolo non c’è più ed ora restano solo le indagini a poter far luce sul dolore e la disperazione di un ragazzino di 14 anni, morto suicida. A prendere le sue difese, per l’ultima volta, sono i suoi genitori e suo fratello, instancabili nella ricerca della verità sulla morte del ragazzino. Secondo la loro testimonianza, la vittima era perseguitata da alcuni bulli, più volte da loro segnalati. La scuola, però, nega ogni coinvolgimento e spiega di non essere mai stata a conoscenza di questa situazione.
A trasformare il caso in un’indagine di interesse pubblico è stata la lettera scritta dal fratello della vittima al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Un tentativo di gridare al mondo quanto il 14enne avrebbe subito nella sua breve vita. In poco tempo, dunque, la battaglia della famiglia di Paolo è finita al centro dell’interesse mediatico nazionale.
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Il papà del 14enne, però, non si ferma nella sua battaglia. Nelle chat con gli altri genitori e in quelle di Paolo con i suoi coetanei sarebbero presenti le prove di quanto da loro riportato. Il ragazzino sarebbe stato preso di mira per la sua statura mingherlina, per i capelli lunghi e per la sua sensibilità, come riferito a Il Messaggero. Il giovane avrebbe anche provato ad adattarsi, scegliendo di andare dal barbiere per accorciare i capelli. Eppure, anche questo non lo avrebbe salvato dagli scherni. “Ti sei fatto i capelli alla paesana“, gli avrebbe detto un compagno di classe.
Suicida a 14 anni, la rabbia dei genitori della vittima
Quel giorno il papà di Paolo ha deciso di intervenire. Saputo dal figlio quanto accaduto avrebbe raggiunto il diretto interessato e gli avrebbe detto: “Come ti permetti di prendere in giro mio figlio?“. Poche ore dopo, poi, sul gruppo chat dei genitori, qualcuno avrebbe preso le difese del ragazzino, scrivendo: “Qualcuno all’uscita di scuola si è permesso di prendersela con un minore“. Il padre di Paolo avrebbe spiegato l’accaduto, ma l’ira dei genitori non si è affatto placata.
“Se avessero cercato di arginare i figli, invece di prendersela con noi, forse Paolo sarebbe ancora vivo“, tuonano i genitori della vittima. Ora, però, per Paolo non c’è più nulla da fare, se non cercare giustizia. La testimonianza di un’amica di famiglia, poi, rende la situazione ancora più agghiacciante. Al funerale del 14enne erano presenti pochi coetanei. “Alcuni di quelli ridevano, sembrava stessero ad una festa“, ha spiegato a Il Messaggero.
Suicida a 14 anni, le indagini sulla morte proseguono
La famiglia sostiene che solo un ragazzino, l’unico ancora amico di Paolo, avrebbe raggiunto i suoi genitori per fare loro le condoglianze. Una scelta che per i genitori del 14enne sarebbe “una dimostrazione di malafede“. La mamma e il papà di Paolo sono stati nuovamente ascoltati dai carabinieri. Nel corso di questo colloquio, sono stati fatti i nomi di quattro ragazzini, presunti bulli.
Lo riporta Il Corriere della Sera, che specifica come gli agenti abbiano disposto il sequestro dei cellulari per analizzarne il contenuto ed estrarre i tabulati. Sotto sequestro anche gli strumenti tecnologici del giovane, compresa una Xbox che permette lo scambio di messaggi tra giocatori.
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