L’obsolescenza tecnologica è arrivata e Skype ne è una delle prove. Da oggi saranno spenti i server della piattaforma che per prima ha permesso agli umani di effettuare le videochiamate. La notizia ufficiale è stata data il 28 febbraio scorso da Jeff Teper, presidente di Microsoft 365 Collaborative Apps e Platforms.
La piattaforma, nata nel 2003, era stata acquistata da Microsoft nel 2011 per 8,5 miliardi di dollari, una cifra che rifletteva l’ambizione dell’azienda di dominare il settore della comunicazione digitale.
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Le parole di Jeff Teper
“Il modo in cui comunichiamo si è evoluto notevolmente nel corso degli anni razionalizziamo le nostre offerte in modo da poterci adattare più facilmente alle esigenze dei clienti” ha spiegato Teper.
Ad oggi, Microsoft sta puntando sull’altra applicazione che possiede, Teams, che conta 320 milioni di utenti attivi. “Ritireremo Skype il 5 maggio 2025 per concentrarci su Teams, il nostro moderno hub di comunicazione e collaborazione“, si leggeva sulla pagina ufficiale, dove veniva spiegato che agli utenti sarebbe stato dato “il tempo di esplorare Teams e decidere l’opzione più adatta a loro“.
Eppure, alcuni sostengono che il declino era già segnato già dall’acquisizione. L’introduzione di nuove funzionalità, come la condivisione di file e le chat di gruppo, avrebbero resero Skype più complesso e meno focalizzato sulla sua forza principale: la semplicità delle videochiamate.
Nello stesso periodo, iniziarono a nascere le App per gli smartphone che rendevano la comunicazione ancora più istantanea e versatile: WhatsApp, Zoom e Google Meet. La migrazione digitale si vide nel corso poco più di un decennio, dato che gli utenti mensili nel 2011 toccavano 150 milioni mentre nel 2020 solo 23 milioni.
Il colpo di grazia è arrivato durante la pandemia di Covid-19, che ha visto il predominio di Zoom e la concorrenza interna di Teams, forse già in previsione del triste declino.
La scelta aziendale di Teams
Teams nasce nel 2017 per le aziende ma velocemente il bacino d’utenza è stato ampliato anche agli utenti privati. Da quel momento, l’attenzione dell’azienda si è sempre più spostata su Teams, relegando Skype a un ruolo marginale.
Secondo Enrico Noseda, ex Skype, oggi Chief Innovation Advisor di Cariplo Factory e membro dell’European Startup and Scaleup Forum, “invece di affrontare i numerosi problemi relativi alle chiamate e alla messaggistica di Skype, la Big tech di Redmond decise di procedere con una radicale riprogettazione di Skype nel 2017, che non venne accolta con favore dagli utenti“.
“Teams offre tutte le funzionalità principali di Skype“, questo è quanto sostenuto da Microsoft. Quello che ha reso l’applicazione meno obsoleta sono state le chiamate individuali e di gruppo, messaggistica istantanea e condivisione di file, oltre a strumenti aggiuntivi, tra cui la gestione del calendario e la possibilità di creare e unirsi a community.
Chi ha usato Skype può dire di aver fatto la storia e al tempo stesso rendersi conte che, anche per le macchine, la fine può arrivare con un semplice click.
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