I numeri dicono che il virus raggiunge, fra i bambini al di sotto dei cinque anni, i 50,2 casi per mille assistiti: erano 41,2 nella settimana precedente
Cresce il numero dei bambini affetti da influenza e allora si riunisce il Tavolo tecnico vaccinazioni e malattie infettive della Società Italiana di Pediatria, che fornisce risposte ai quesiti più comuni per i genitori che si ritrovano a vivere questa situazione.
Come si manifesta l’influenza?
L’influenza si manifesta solitamente con febbre, brividi, cefalea, dolori muscolari, inappetenza e sintomi respiratori come tosse, mal di gola, congestione nasale. Nei lattanti si osservano invece vomito e diarrea. È importante, però, consultare il proprio Pediatra di fiducia in presenza di sintomi per escludere altre malattie che possono esordire con sintomi simili.
Quanti giorni dura l’influenza?
Il periodo d’incubazione del virus è di solito di 1-5 giorni. La durata della malattia è variabile da bambino a bambino, ma generalmente è di 5-10 giorni con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi.
Quali sono le possibili complicanze?
L’influenza può causare serie complicanze come polmonite e miocardite, più frequenti nei soggetti con particolari fattori di rischio (quali malattie croniche cardiache, polmonari, neurologiche, renali, epatiche, immunodepressione). E’ opportuna una rapida valutazione se il bambino presenta comorbilità, se molto piccolo, se sta molto male, se rifiuta di mangiare e bere.
Il bambino con influenza deve rimanere a casa?
Il bambino con l’influenza deve rimanere a casa finché non è totalmente guarito, sia per ottenere una ripresa ottimale ed evitare ricadute ma anche per non contagiare i compagni di classe. Non basta l’assenza di febbre per definire il bambino guarito: occorre valutare se vi è ancora malessere generale o tosse insistente. In sostanza, non bisogna avere fretta e occorre consultare sempre il Pediatra in caso di dubbi.
Per curare l’influenza è necessaria la terapia antibiotica?
Tenere il proprio bambino a casa, idratarlo e confortarlo sono le tre regole base che favoriscono la guarigione. L’antibiotico non serve per curare l’influenza ma per trattare eventuali sovrainfezioni batteriche. Va quindi somministrato solo in alcuni casi, su indicazione del Pediatra. Mentre per alleviare i sintomi del bambino, può essere utile la somministrazione di paracetamolo o ibuprofene in caso di febbre e/o cefalea, lavaggi nasali in caso di raffreddore.
Vaccino iniettivo o spray: che differenza c’è?
Il vaccino tradizionale è un quadrivalente che contiene virus inattivati (cioè uccisi e frammentati), somministrato per via intramuscolare. Il vaccino con spray intranasale è un vaccino sempre quadrivalente, ma vivo attenuato. Contiene microrganismi vivi ma attenuati e resi innocui. Entrambi i vaccini sono efficaci e sicuri. L’indicazione su quale prodotto usare, se sotto forma di spray o di puntura, oltre che in base all’età (il vaccino spray è indicato nella fascia 2-6 anni) e alla disponibilità delle dosi, dipende dalla decisione del medico.