Parla il copresidente della società italiana psichiatri, Enrico Zanalda: «E’ bene anche individuare un momento di stacco dallo studio per ricaricarsi»
Dopo due anni tornano gli scritti alla maturità e domani gli studenti dovranno affrontare la temuta prima prova. È risaputo che il periodo di preparazione all’esame di stato sia particolarmente logorante a livello psicologico per chiunque si trovi nella condizione di doverlo sostenere. Per questo motivo l’esperto Enrico Zanalda – copresidente della società italiana di psichiatri – ha sentito l’esigenza di offrire dei consigli per affrontare serenamente questo momento delicato, intervistato dall’Ansa.
Prima di tutto è necessario che dopo una fase di studio molto intensa le successive 12-24 ore vengano lasciate come «momento di stacco, nel quale ci si ricarica in vista della prova».
Il giorno dell’esame bisognerà poi preferire una colazione zuccherina in grado di fornire energie ed evitare alcool, caffè, energy drink e sigarette che non miglioreranno in alcun modo il rendimento della performance. È importante inoltre dormire almeno 6 ore nei giorni che precedono le prove, perché «serve a consolidare la memoria, il giorno prima della prova per essere lucidi al massimo» ma è importante anche fare pasti leggeri.
L’esperto propugna anche lo studio in gruppo poiché «ripetere specie ad alta voce aiuta a prepararsi all’esposizione che poi sarà davanti alla commissione».
Zanalda ritiene doveroso sottolineare che l’esame di maturità «non è un concorso, in cui sebbene ci si prepari si possono trovare persone migliori: il successo della scuola è che tutti la conseguano. Chi non la consegue infatti è probabilmente perché’ ha gravi deficit, non solo nella prova in sé, ma in quello che è stato l’intero percorso scolastico per arrivarvi». Il giudizio che si riceve non è sulla persona ma sulle conoscenze che si hanno in quel momento.
In ultimo, lo specialista lancia un monito ai genitori: che non siano invadenti, «la maturità è il momento in cui il ragazzo diventa maggiorenne ed è il momento di distacco dalla vita precedente da studente di scuola. I genitori dovrebbero aiutarlo ad essere il più possibile autonomo, senza stargli troppo addosso. La maturità non è di famiglia, ma del ragazzo. E deve essere lui l’artefice delle proprie scelte future, rispettandolo come persona».