Il ministro Calderone: “Una prima risposta concreta al senso di ingiustizia da tutti noi provato per il mancato risarcimento alla famiglia De Seta”
Dopo le morti dei tre studenti, Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta durante i percorsi di formazione in aziende e le manifestazioni organizzate dagli studenti per denunciare la mancata sicurezza durante l’alternanza scuola-lavoro è arrivata la notizia per cui presto verrà istituito un fondo per l’indennizzo dell’infortunio mortale durante lo svolgimento delle attività formative.
Ad annunciarlo è stata il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone: “Una prima risposta concreta al senso di ingiustizia da tutti noi provato per il mancato risarcimento alla famiglia De Seta, conseguente a un mancato aggiornamento della normativa. La sintesi rintracciata nel primo incontro operativo del tavolo tecnico sulla sicurezza sul lavoro segna un cambio di passo nell’approccio a prevenzione e contrasto degli infortuni nei luoghi di lavoro che, come Governo, vogliamo perseguire. Ci impegniamo ora a sciogliere alcune questioni tecniche per procedere speditamente a colmare il vuoto normativo e rendere operativo il fondo”.
Il fondo per l’indennizzo
La cifra della dotazione finanziaria del fondo per il 2023 è di dieci milioni di euro in modo tale da poter rispondere alle richieste per eventi occorsi a partire dal primo gennaio 2018, data di entrata in vigore della disciplina che regola l’alternanza scuola/lavoro (Decreto 3 novembre 2017, n. 195). Due invece, saranno i milioni di euro destinati al fondo per ciascun anno a partire dal 2024. La misura sarà inserita in uno dei decreti di prossima emanazione.
A essere assicurati saranno gli studenti di ogni ordine e grado, compresi quelli impegnati in percorsi di istruzione e formazione professionale. L’indennizzo alle famiglie, tra l’altro, potrà essere cumulato con l’assegno una tantum corrisposto dall’Inail per gli assicurati (di cui all’art. 85 del D.P.R. n. 1124/1965).
La famiglia De Seta
Giuliano De Seta è stata l’ultima vittima del sistema scuola-lavoro, morto a 18 anni lo scorso 16 settembre durante uno stage in una fabbrica a Noventa di Piave (Venezia). Alla famiglia fu negato il risarcimento dell’Inail perché oggi la normativa lo prevede solo quando a subire l’infortunio mortale è il principale percettore del reddito.