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Sicilia, minacce di morte a Schifani: si valuta pista della criminalità organizzata

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Dalla Sicilia giungono notizie sconcertanti circa delle possibili minacce di morte rivolte al Presidente della Regione, Renato Schifani. Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, alcune settimane fa l’ex Presidente del Senato avrebbe ricevuto presso la propria abitazione una lettera minatoria scritta a mano da ignoti; questa sarebbe stata intercettata dagli agenti della scorta di Schifani, i quali avrebbero subito denunciato l’episodio alla Digos della Questura di Palermo.

I termovalorizzatori di Schifani danneggiano il ricco mercato dei rifiuti in Sicilia

Il testo della lettera era: “Brucerai nei tuoi bruciatori”. Il messaggio ha spinto gli inquirenti a pensare che la lettera minatoria faccia riferimento all’avvio dei termovalorizzatori in Sicilia. Due settimane fa, infatti, il Presidente Schifani aveva annunciato che Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) ha pubblicato la gara per la progettazione di fattibilità tecnico-economica dei due termovalorizzatori da realizzare a Bellolampo, a Palermo, e nell’area industriale di Catania, siti già individuati dal Piano regionale dei rifiuti.

Lo stesso Schifani, anche commissario straordinario per il completamento della rete impiantistica integrata per la gestione dei rifiuti, si era detto soddisfatto del percorso che stava intraprendendo la Regione. Aveva dichiarato: “Un altro passo avanti verso un obiettivo epocale che permetterà alla Sicilia di dire addio alle discariche ed evitare la costosa spedizione di rifiuti all’estero. Procediamo spediti secondo il cronoprogramma che ci siamo dati”

La minaccia alla famiglia di Schifani

Più di recente, invece, sarebbero arrivate altre minacce pesanti al Presidente e alla sua famiglia, questa volta al telefono. Il malintenzionato, o i malintenzionati, si sarebbero serviti di una voce camuffata per chiamare la segreteria della presidenza della Regione di Palazzo d’Orleans. Queste le parole che sarebbero state rivolte al governatore: “Il crack è sofferenza alla tua famiglia Schifani“.

Proprio di recente l’Assemblea regionale siciliana (Ars) aveva approvato il disegno di legge anti-crack. Per Schifani quello era stato “un passo decisivo per la protezione delle nuove generazioni e per combattere il fenomeno distruttivo delle sostanze stupefacenti” perché “Con questo provvedimento, la Regione si impegna non solo nella prevenzione, ma anche nel garantire percorsi di cura e di reinserimento sociale per chi cade vittima delle droghe“.

Sulle minacce al Presidente della Regione Sicilia la Procura di Palermo, diretta da Maurizio de Lucia, ha aperto una inchiesta per risalire all’autore sia della lettera intimidatoria sia delle telefonate arrivate a Palazzo d’Orleans, che sono state registrate. L’inchiesta è condotta dalla Digos della Questura di Palermo.

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