Cancro, in Italia solo 30 ospedali su 1.000 propongono terapie top

Avvenire rivela che su 1000 ospedali poco meno di 40 propongono terapie innovative ed efficaci nella cura del cancro e svela le possibili soluzioni per le altre strutture

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Negli ultimi anni, le cure mediche non solo sono diventate sempre più costose, ma è sempre più difficoltoso raggiungere centri specializzati nelle varie terapie per la cura del cancro e, secondo quanto emerso da uno studio riportato da Avvenire, sono pochissimi gli ospedali italiani che garantiscono terapie al top. Sono soltanto 30 su 1.000 le strutture ospedaliere che erogano attualmente la terapia con radioligandi, basata su “radiofarmaci che rilasciano radiazioni direttamente nelle cellule neoplastiche ovunque siano presenti agendo con estrema precisione”.

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Altri 35, invece, sono specializzati in nella cura del cancro al sangue e mettono a disposizione dei pazienti la terapia Car-T, la quale rigenera parte delle cellule del sangue ed istruisce i linfociti T a distruggere le cellule maligne. Per la cura di tumori che hanno intaccato organi più difficili da raggiungere, chirurgicamente parlando, e che non rispondono positivamente alla chemioterapia in alcuni ospedali è possibile sottoporsi a sedute di protonterapia.

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E’ sempre più difficile raggiungere centri specializzati nelle varie terapie per la cura del cancro

In Italia esistono però solo 3 centri specializzati in questo tipo di cure terapeutiche: l’Ieo di Milano, il Centro Nazionale di adroterapia oncologica di Pavia e il Centro di protonterapia di Trento. A Catania, nel laboratorio dell’Istituto nazionale di fisica nucleare si curano, invece, i melanomi oculari.

Sanità, la difficolta ad accedere alle strutture ospedaliere

Nonostante la presenza di questi centri e le terapie che essi offrano permettano di curare milioni di persone, per un numero di pazienti sempre in crescita ciò non basta più. Molti pazienti oncologici non riescono nemmeno ad accedervi per via delle lunghe code di attesa. Si pone allora il problema dell’accessibilità a questo tipo di terapie e strutture.

Garantire cure per il cancro su tutto il territorio nazionale

Secondo quanto dichiarato dall’Associazione italiana oncologia medica “serve innanzitutto investire in équipe di specialisti adeguatamente formati, geograficamente ben distribuiti, che garantiscano ai pazienti il corretto e più aggiornato percorso di cura, che potrà poi svolgersi nei centri altamente specializzati” e far sì che terapie, come la protonterapia e la terapia a radioloigandi, siano erogate su tutto il territorio nazionale in modo da “assicurare equità in tutte le regioni”.

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Per rendere possibile ciò è ovviamente necessario aumentare il numero di strutture specializzate, cosa che permetterebbe anche di “eliminare il fenomeno di migrazione sanitaria, che costringe i pazienti a disagi dovuti ai lunghi viaggi”.

Aiom: importanza di condividere tra specialisti scelte terapeutiche

Una misura da incrementare è la diffusione di gruppi multidisciplinari, dove l’interazione tra i diversi specialisti e i pazienti potrebbe favorire la messa a punto di terapie più efficaci per la cura del cancro. A tal proposito il presidente dell’Aiom Massimo di Maio sostiene che “Anche le più recenti linee guida sanciscono l’importanza della condivisione delle scelte terapeutiche e la necessità di inserire il paziente in un percorso integrato e dedicato”. Quest’ultima possibilità purtroppo non trova applicazione in più della metà degli ospedali, nonostante le linee guida ne sanciscano l’importanza. Ma è sicuramente una strada che tutti gli ospedali dovrebbero intraprendere, quale ulteriore spinta per raggiungere traguardi sempre più efficaci per i pazienti oncologici.

il difforme ospedale

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