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San Siro è ufficialmente di Inter e Milan, la Procura apre inchiesta per turbativa d’asta

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Si è arrivati ai giro di boa, è stato siglato l’atto di vendita dello stadio di San Siro. “Questo importante traguardo riflette le ambizioni condivise da Milan e Inter e delle rispettive proprietà, RedBird e fondi gestiti da Oaktree, per un successo sportivo che permetterà di creare valore e supporto della Crescita sostenibile di entrambe le Società“. Così i due club comunicano la firma del rogito per l’acquisto dello stadio Meazza e le aree circostanti.

Lo stadio, come promettono le società, risponderà ai più alti standard internazionali ed è destinato a diventare una nuova icona architettonica per la città di Milano. “Nell’ambito del progetto – si spiega – sorgerà un nuovo polo di eccellenza che rifletterà la vocazione sportiva e culturale del quartiere di San Siro e dell’intera città, rigenerando uno spazio urbano nel segno di innovazione, sostenibilità e accessibilità“.

La firma del rogito, ovvero l’atto pubblico notarile che sancisce il passaggio ufficiale di una proprietà dal venditore all’acquirente, fa seguito alla delibera di vendita approvata dal Consiglio comunale dello scorso 29 settembre. L’operazione, perfezionata tramite la società Stadio San Siro S.p.a., sarà supportata da un finanziamento disposto dagli istituti bancari dei Club, quindi Banco BMP e BPER Banca, che presteranno “circa 100 milioni” e verseranno la prima rata da “73 milioni al Comune“.

Il prezzo di vendita di stadio e aree circostanti ammonta a 197 milioni di euro, e come precisato da La Gazzetta dello Sport, Inter e Milan dovranno acquisire le strutture “entro lunedì” perché “il 10 novembre scatterebbe il vincolo architettonico sul secondo anello, che non potrebbe quindi essere abbattuto“.

Intanto, sul rogito della compravendita, la Procura di Milano sta indagando per turbativa d’asta. Proprio nella mattinata, è stato sentito dai pm Paolo Filippini, Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, il promoter musicale Claudio Trotta, tra i fondatori del comitato Sì Meazza. In una lettera aperta rivolta al Sindaco Beppe Sala, Trotta aveva rivelato che insieme ad altri operatori dello spettacolo dal vivo avrebbe voluto fare un’offerta per lo stadio ma che era stato impossibile partecipare al bando del Comune per le tempistiche troppo strette.

Trotta è stato sentito come testimone in quanto insieme all’ex assessore e negli anni ’80 vicesindaco di Milano, Luigi Corbani, è uno dei fondatori de “Il Comitato Sì Meazza” nato con l’obiettivo di salvaguardare ed eventualmente ammodernare la struttura e recuperare a verde l’area circostante.

Inoltre, per le tempistiche, 37 giorni dalla pubblicazione il 24 marzo scorso fino al 30 aprile, giorno della chiusura, e per le modalità che riguardavano non solo lo stadio ma anche le aree circostanti, quell’avviso di interesse pubblico per San Siro, predisposto dal Comune di Milano, era già ritagliato su “un’operazione di speculazione immobiliare“. In sostanza, quindi, l’intento di voler tagliare fuori altri partecipanti che potevano avere altre proposte. In sintesi è questa la testimonianza resa ai pm da Trotta, che è stato di fatto sentito come persona informata sui fatti nell’inchiesta per turbativa d’asta.

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