L’ambiente in cui viviamo condiziona ciò che sogniamo. Questa è la conclusione a cui sono giunte le università di Ginevra e Toronto durante uno studio del sonno effettuato su cittadini occidentali e cittadini delle comunità rurali del Congo e della Tanzania.
Uno studio che ha utilizzato dati raccolti tra il 2014 e il 2022 su pazienti sani e psichiatrici europei e nordamericani, in particolare residenti in Svizzera, Belgio e Canada, confrontati su dati raccolti sul campo nelle due comunità africane.
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Risultati sorprendenti che hanno permesso di comprendere meglio il funzionamento del nostro cervello durante le varie fasi del sonno e rispondere alla domanda Perché sogniamo?
Sogni, i dati raccolti
Oltre ai campioni derivanti da residenti occidentali, sono stati analizzati i sogni dei BaYaka e degli Hadza, ovvero tribù della Repubblica Democratica del Congo e della Tanzania, e i risultati sono stati a dir poco straordinari. Ciò che è apparso chiaro sin da subito è che le tipologie di sogni tra i due campioni di candidati erano ben diverse. In particolare, i sogni delle tribù africane erano intrisi di situazioni sociali vissute quotidianamente e tendevano ad avere un effetto catartico, ovvero di risoluzione. Spesso la loro dimensione onirica inizia con situazioni di pericolo, seguite da una risoluzione dell’evento, spesso possibile grazie ad aiuti esterni.
I sogni cambiano in base al tipo di società
Per comprendere meglio basta analizzare uno dei sogni riportati nello studio: uno dei soggetti indigeni ha rivelato di aver sognato di essere caduto in un pozzo e di non riuscire a trovare il modo per uscire. Solo l’aiuto di uno dei suoi amici gli permette di liberarsi.
Quindi, un sogno che inizia con una situazione pericolosa, per poi risolversi tramite i legami sociali. Proprio qui sta la differenza con i campioni raccolti sui soggetti occidentali: i sogni di coloro che vivono in società individualiste, come quelle europee o nordamericane, sono meno dinamici e tendono a rappresentare situazioni poco verificabili nella realtà, o comunque situazioni che non hanno alcun tipo di soluzione. Quello che manca ai sogni degli occidentali sembrerebbe essere proprio la catarsi, ovvero il bisogno di imparare qualcosa.
Nel caso africano i sogni propongono situazioni di pericolo plausibili e permettono al sognatore di comprendere i modi per affrontare questi possibili rischi. In particolare, poi, le soluzioni derivano dalla necessità di fare affidamento sulla connessione sociale, sulla comunità. Un aspetto peculiare che però deriva proprio dalla natura dei legami sociali di queste tribù, i cui membri per sopravvivere devono far leva gli uni sugli altri.
Incubi: tentativo del cervello di insegnarci a combattere le paure
Non è però del tutto vero che gli occidentali non imparano dai sogni: gli incubi non sono altro che il tentativo del nostro cervello di insegnarci a combattere le nostre paure e soprattutto ad affrontarle nella vita reale. Non vivendo più in situazioni rurali e di costante pericolo, i sogni di chi vive nella parte industrializzata si sono evoluti di conseguenza. Non c’è più bisogno di liberarsi da un pozzo o di fuggire da un animale selvaggio, ma c’è la possibilità di essere inseguiti da un assassino o di rimanere chiusi in un ascensore.
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