“L’accordo sull’inizio del processo di pace ha regalato una scintilla di speranza in Terra Santa“. Parole semplici ma efficaci che fungono come un balsamo emolliente in questi tempi incerti e carichi di tensioni che Papa Leone XIV tende a declinare sempre in ottica fiduciosa affidando ogni cosa al Signore. “Incoraggio le parti coinvolte a proseguire con coraggio il percorso tracciato verso una pace giusta, duratura e rispettosa delle legittime aspirazioni del popolo israeliano e del popolo palestinese“, puntualizza infatti il Santo Padre ricordando i due anni di conflitto all’Angelus che hanno lasciato “ovunque morte e macerie, soprattutto nel cuore di chi ha perso brutalmente i figli, i genitori, gli amici, ogni cosa“.
Due anni che sono stati scanditi dal dolore e dalla sofferenza, a cui tutta la Chiesa, assicura il Pontefice si dice vicino: “Oggi, soprattutto a voi, è rivolta la carezza del Signore, la certezza che anche nel buio più nero egli resta sempre con noi. ‘Dilexit te’, ‘ti ho amato‘”. Insomma, l’accordo in Medio Oriente raggiunto è una grazia e “a Dio, unica pace dell’umanità, chiediamo di guarire tutte le ferite e di aiutare con la sua grazia a compiere ciò che umanamente ora sembra impossibile, riscoprire che l’altro non è un nemico, ma un fratello a cui guardare, perdonare, offrire la speranza della riconciliazione“.
Leggi Anche

E nel corso dell’omelia della messa celebrata a San Pietro per il Giubileo della spiritualità mariana, Papa Leone XIV ricorda anche che esistono “forme di culto che non ci legano agli altri e ci anestetizzano il cuore. Allora non viviamo veri incontri con coloro che Dio pone sul nostro cammino“. Un messaggio che si vuole incanalare nella visione del rispetto per l’altro, unico modo per evitare contrasti e divergenze. E così, “guardiamoci da ogni strumentalizzazione della fede, che rischia di trasformare i diversi, spesso i poveri, in nemici, in ‘lebbrosi’ da evitare e respingere“.
In questo senso, per il Santo Padre “il cammino di Maria è dietro a Gesù, e quello di Gesù è verso ogni essere umano, specialmente verso chi è povero, ferito, peccatore“, quindi la spiritualità mariana autentica “rende attuale nella Chiesa la tenerezza di Dio, la sua maternità“. Un passaggio fondamentale per riuscire a comprendere a pieno l’importanza anche della figura di Maria.
Infatti, come spiega Papa Prevost, “la spiritualità mariana ci immerge nella storia su cui il cielo si è aperto, ci aiuta a vedere i superbi dispersi nei pensieri del loro cuore, i potenti rovesciati dai troni, i ricchi rimandati a mani vuote“. Un amore che impegna l’uomo a ricolmare “di beni gli affamati, a innalzare gli umili, a ricordarci la misericordia di Dio e a confidare nella potenza del suo braccio“.
Parolin sulla pace in Medio Oriente
In merito al Medio Oriente, si è espresso anche il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin che più volte si è espresso sulla soluzione definitiva che risiederebbe nella visione dei due Stati per due popoli, quindi per gli ebrei e per i palestinesi. Il porporato è tornato sul dossier puntualizzando come la linea del Vaticano sia sempre vicina alla formula dei due Stati in quanto può aiutare a “risolvere i problemi e i rapporti tra ebrei e palestinesi ed è perfettamente in linea con quando noi abbiamo sempre chiesto“.
Il cardinale Parolin, parlando ad Assisi dove ha presieduto la celebrazione eucaristica in occasione della memoria liturgica di San Carlo Acutis, ha puntualizzato come “non ci sarà vera pace senza che sia fatta giustizia per tutti i popoli“, perché “come ha sempre detto la Chiesa a fondamento della pace deve esserci giustizia“.
© Riproduzione riservata


