Palazzo apostolico si è reso teatro dell’incontro tra Papa Leone XIV e Giorgia Meloni. Santa Sede e Palazzo Chigi, Vaticano e Italia, si trovano vis à vis in colloquio per far fronte, con molta probabilità, ai difficili e precari equilibri geopolitici in corso nel mondo e alle difficili realtà che piegano la società. Dai fronti caldi di Ucraina e crisi di Gaza, fino allo spigoloso dossier dell’intelligenza artificiale, caro a Prevost quanto a Meloni che invitò la scorsa estate papa Bergoglio al G7 in Puglia.
Il presidente del Consiglio in abito scuro attraversa via della Conciliazione per raggiungere la Santa Sede con una delegazione che ha visto la partecipazione dei due vicepremier, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Una mattina in Varticano che prosegue, come previsto dalle agende, con l’incontro in Segreteria di Stato con il cardinale Pietro Parolin. Un secondo momento di discussione con cui tastare il terreno sui temi che confluiscono nell’etica e nella morale, legati ai rapporti Stato-Chiesa. Quindi, dall‘otto per mille fino al fine vita, considerando anche il testo definitivo di legge sul suicidio medicalmente assistito.
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La prima udienza formale con il Santo Padre, in un certo senso segna l’inizio di un dialogo che inevitabilmente si evolverà nel tempo. Una nuova fase, forse più pragmatica, e in un legame forse più istituzionale rispetto al rapporto personale che la premier aveva cucito con Bergoglio, ma segnato da una potenziale maggiore intesa su alcuni argomenti di interesse condiviso. Dalla partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese declinata nella Dottrina sociale della Chiesa, alla lotta alle dipendenze fino al concetto di famiglia tradizionale.
I precedenti incontri tra il papa e la premier
Da quell’8 maggio che ha visto Prevost varcare il Soglio di Pietro, il presidente del Consiglio ha avuto modo di interagire con il Santo Padre almeno in quattro occasioni differenti. Il primo scambio risale al 15 maggio, quando telefonicamente, Meloni ha rinnovato il suo augurio e le sue felicitazioni “personali e del governo italiano“, rimarcando il profondo e stretto legame che unisce l’Italia alla Città del Vaticano.
Solo tre giorni dopo, un secondo breve incontro avvenuto al termine della celebrazione della messa di inizio pontificato, nel corso del canonico saluto alle delegazioni presenti. Il 20 maggio, un nuovo contatto telefonico incentrato sul conflitto in Ucraina e nel quale Meloni si è esposta a rappresentanza di diversi leader internazionali per sondare la disponibilità della Santa Sede ad ospitare possibili negoziati di pace tra Mosca e Kiev.
Una disponibilità poi confermata da Papa Leone XIV e chiarita dal Segretario di Stato, ovvero che il Pontefice non avrebbe ricoperto ruolo di intermediario fra le parti. Mentre, il più recente è del 21 giugno scorso, quando premier e pontefice si sono scambiati alcune battute in una cordiale stretta di mano a margine del Giubileo dei Governanti.
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