Nella Cappella Sistina, dove ieri il Conclave ha eletto alla quarta votazione il 267esimo Vescovo di Roma, il cardinale statunitense Robert Francis Prevost che ha scelto di chiamarsi Leone XIV, è in corso la celebrazione della Missa Pro Ecclesia a Romano Pontefice. La prima messa presieduta da Papa Leone XIV, con i cardinali elettori.
La fumata bianca, alle 18.08, è stata accolta dagli applausi di oltre centomila fedeli radunati in Piazza San Pietro, dove ha seguito all’Habemus Papam, il nome scelto dal porporato eletto, che segna già di per sé un’indicazione in quanto Leone XIII è il Papa della Rerum Novarum, l’enciclica che nel 15 maggio 1891 fondò la dottrina sociale della Chiesa.
Leggi Anche
La prima omelia di Papa Leone VIX
Sono in inglese e spagnolo, la prima e la seconda lettura e il Vangelo scelto è dell’apostolo Matteo, narrante la scelta del primo Pontefice da parte di Cristo: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa“.
“Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti“. Così il nuovo Pontefice ha dato inizio all’omelia che ha incentrato sul significato della Fede, spiegando come si tratti di contesti in cui a questa si preferiscono altre sicurezze, come “la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere“. Riconoscendo come in certi ambienti non resti facile testimoniare e annunciare il Vangelo e “dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito“, il Pontefice ha sottolineato che proprio per questo, sono “i luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi“.
Perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre non poco, sono “i drammi” in cui Papa Leone XIV ha declinato i contesti in cui la fede viene meno.
Nel commentare il Vangelo, Papa Leone XIV spiega come “anche oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto“.
A conclusione dell’omelia, il Pontefice ha indicato “un impegno irrinunciabile per chiunque nella Chiesa eserciti un ministero di autorità: sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo“. “Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa“.
© Riproduzione riservata