“Preferisco non commentare, ma il cardinale ha espresso molto bene l’opinione della Santa Sede”. Con queste parole, Papa Leone XIV ha risposto ai giornalisti a Castel Gandolfo dopo le polemiche suscitate dalle dichiarazioni del Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, sul conflitto in Medio Oriente e sull’attacco dell’ambasciata israeliana presso la Santa Sede.
Le parole di Parolin, pronunciate in un’intervista ai media vaticani, erano già state particolarmente forti e politicamente rilevanti. Il Segretario di Stato aveva definito la situazione a Gaza “grave e tragica”, parlando apertamente di “carneficina” per descrivere le migliaia di vittime, in gran parte civili e molti dei quali bambini.
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Oltre alla condanna della violenza, Parolin aveva criticato la comunità internazionale, definendola “impotente” nel fermare il conflitto, e aveva messo in discussione l’operato dei Paesi che continuano a fornire armamenti a Israele: “Non basta dire che è inaccettabile quanto avviene e poi continuare a permettere che avvenga”, aveva affermato.
Il cardinale aveva inoltre indicato come positivo il piano di pace proposto dall’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump, a condizione che esso coinvolga pienamente il popolo palestinese nelle decisioni sul proprio futuro.
“Negli ultimi due anni – ha aggiunto oggi Papa Leone – abbiamo vissuto momenti molto dolorosi: oltre milleduecento persone morte in un solo atto terroristico, decine di migliaia di vittime, molti bambini. È un’umanità che soffre. Bisogna ridurre l’odio e tornare al dialogo”.
Parolin, nell’intervista di ieri, non aveva ignorato le responsabilità di Hamas e l’attacco del 7 ottobre 2023, da lui definito “terroristico”, che provocò morti tra civili israeliani e migranti. Un atto “disumano e ingiustificabile”, aveva detto. Il cardinale aveva anche richiamato l’attenzione sul legame tra antisemitismo e conflitto, definendolo “una triste e altrettanto ingiustificata conseguenza” quando porta ad attribuire responsabilità agli ebrei in quanto tali.
Il Papa rilancia il viaggio in Libano e invita alla pace
Le parole del Pontefice confermano che non vi è alcuna divergenza interna alla diplomazia vaticana. Papa Leone ha definito “veramente preoccupanti” gli episodi di antisemitismo – “non so se siano in aumento, ma non possiamo ignorarli” – e ha ribadito il dovere della Chiesa di “annunciare la pace e il rispetto della dignità di tutte le persone”.
Guardando al futuro, il Papa ha annunciato che la sua prima missione apostolica comprenderà la Turchia e il Libano. “In Libano – ha spiegato – c’è la possibilità di proclamare di nuovo un messaggio di pace in un Paese che ha sofferto tanto. Cercheremo di portare questa speranza”.
Il viaggio si inserisce nella visione diplomatica di Papa Leone, che mira a riaffermare il ruolo del Vaticano come ponte simbolico e politico nel dialogo interreligioso e negli equilibri della regione.
Rispondendo infine a una domanda sul tema del suo prossimo documento, un’Esortazione apostolica di prossima pubblicazione, il Pontefice ha anticipato che sarà dedicata ai poveri: “È il messaggio del Vangelo, e tutto ciò che il Papa può dire deve avere radici in esso”.
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