Papa Francesco sulla guerra in Medio Oriente: “Si indaghi se a Gaza è genocidio”

Il Pontefice, all'interno del libro "La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore", di cui La Stampa ha pubblicato alcuni estratti, chiede alle autorità mondiali di comprendere se i tragici eventi che hanno avuto luogo nella Striscia di Gaza dall'ottobre 2023 possano realmente corrispondere alla definizione di "genocidio" data da alcuni studiosi

Redazione
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Migranti, giovani e Africa sono gli argomenti principali che Papa Francesco affronta in alcuni estratti del suo nuovo libro “La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore“, che uscirà il prossimo martedì nelle librerie italiane, in occasione del Giubileo 2025. Papa Francesco prega e auspica che l’umanità non si perda, che ritrovi il suo centro nell’amore e che tramite questo agisca, per creare un futuro migliore ma anche per migliorare il presente.

Tra i passaggi riguardanti la questione migratoria, e le terribile sofferenze a cui sono sottoposti coloro che decidono di lasciare il proprio Paese alla ricerca di una vita migliore, e quelli sul futuro incerto dei giovani di tutto il mondo, ha colpito particolarmente il capitolo riguardante il conflitto in Medio Oriente. Papa Francesco, infatti, avrebbe affermato la necessità di comprendere se quanto sta accadendo a Gaza dall’ottobre del 2023 possa essere qualificato come un genocidio.

Il Pontefice, quindi, cita alcuni studiosi che portano avanti questa teoria per poi specificare il bisogno di “indagare con attenzione per determinare se quanto sta accadendo si inquadri nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali“. Il Santo Padre, poi, ha deciso di utilizzare l’esempio della Striscia di Gaza per esortare le popolazioni mondiali all’altruismo e alla bontà, facendo riferimento ai confini aperti di Libano e Giordania che “continuano ad essere la salvezza per milioni di persone“.

Papa Francesco: “Dobbiamo abbandonare la globalizzazione dell’indifferenza

Le migrazioni, secondo Papa Francesco, starebbero insegnando al mondo le pratiche della carità e della cooperazione, che dovrebbero essere adottate a sostituite a quella che il Pontefice ha definito la “globalizzazione dell’indifferenza” che spingerebbe l’uomo ad affrontare la questione migratoria da un punto di vista errato, o almeno non misericordioso. “Nessuno può pensare di affrontare la questione isolatamente attraverso leggi più restrittive e repressive” ha infatti dichiarato Bergoglio, lanciando un chiaro messaggio all’Europa e all’Italia, pronte ad un duro giro di vite nei confronti dei flussi migratori.

Papa Francesco
Papa Francesco

Il Santo Padre ha poi sottolineato che spesso queste stesse leggi sarebbero approvate “sotto la pressione della paura” oppure “in cerca di vantaggi elettorali“. La soluzione, invece, si troverebbe alla radice del problema. Per fermare le migrazioni e la tratta di esseri umani sarebbe necessario “affrontare nei Paesi d’origine le cause che provocano le migrazioni“, attuando quindi programmi che abbiano l’obiettivo di migliorare la vita di queste popolazioni. “Se vogliamo risolvere un problema che tocca tutti noi, dobbiamo farlo attraverso l’integrazione dei Paesi di origine, di transito, di destinazione e di ritorno dei migranti” ha quindi spiegato il Pontefice.

In questo senso, Bergoglio ha insistito sulla necessità di porre fine “ineguali condizioni di scambio tra i diversi Paesi del mondo“, che non farebbero altro che peggiorare le condizioni di quei Paesi da cui parte il fenomeno migratorio. “C’è quel motto che esce dall’inconscio di tante culture e tanta gente: ‘L’Africa va sfruttata’, questo è terribile! Dopo quello politico, si è scatenato infatti ‘un  colonialismo economico’, altrettanto schiavizzante” ha spiegato Papa Francesco, chiarendo quindi che questo sarebbe il motivo principale per cui l’Africa non riesce a beneficiare delle sue risorse.

Una speranza, in questo senso, sarebbe rappresentata dai giovani, carichi di spirito di iniziativa e volenterosi di cambiare il mondo. “Li anima il desiderio di ritornare alla terra e di coltivarla, senza sfruttarla, con tecniche e metodi del tutto ecologici” ha infatti dichiarato orgoglioso Bergoglio, per poi aggiungere: “Il tempo sta per scadere, non ce ne resta molto per salvare il pianeta e i giovani vanno, escono e si fanno valere. E non lo fanno solo per se stessi, lo fanno per noi e per chi verrà dopo“.

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