“Sono stato in Myanmar e lì ho parlato con la signora Aung San Suu Kyi, che era primo ministro e che adesso è in carcere“, con queste parole Papa Francesco ha annunciato di aver chiesto la liberazione dell’ex premier del Myanmar, nel corso del suo incontro privato con i fratelli gesuiti in Indonesia, Timor Est e Singapore avvenuto nel suo ultimo viaggio. Alcuni stralci delle dichiarazioni del Pontefice sono stati pubblicati dal Corriere della Sera, mentre le conversazioni integrali saranno pubblicate successivamente da “Civiltà cattolica“.
Il Santo Padre ha dichiarato di aver offerto il territorio del Vaticano come luogo di accoglienza di Aung San Suu Kyi, per liberarla dalla sua prigionia e donarle una nuova vita. Papa Francesco ha poi sostenuto di aver partecipato anche ad un incontro con il figlio della donna, avvenuto a Roma, ma di cui non è ancora stato svelato il contenuto. Inoltre, il Corriere della Sera avrebbe anche riportato una dichiarazione del Pontefice, che ha dichiarato di aver incontrato anche i Rohingya in Balngladesh, ovvero una popolazione della Birmania, di religione musulmana, ad oggi perseguitata e non riconosciuta da alcun Paese.
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Papa Francesco: “In Myanmar bisogna fare qualcosa“
Il Santo Padre, nel corso dell’incontro con i Gesuiti, ha voluto porre l’accento sulla gravissima situazione in corso in Myanmar, dove è incorso una guerra civile a partire dal 2021. “In Myanmar oggi non si può stare in silenzio: bisogna fare qualcosa!” ha dichiarato Papa Francesco, cercando di dare la giusta attenzione alla crisi di un Paese che sembra essere passato in secondo piano, quasi dimenticato dal resto del mondo. La guerra in Myanmar sembrerebbe aver assunto un carattere di secondo piano, superata dalle tragiche escalation dell’Ucraina e della Palestina, e quindi lasciata peggiorare senza quasi alcun intervento.
“Il futuro del tuo Paese deve essere la pace fondata sul rispetto della dignità e dei diritti di tutti, sul rispetto di un ordine democratico che consenta a ciascuno di dare il suo contributo al bene comune” ha decretato il Pontefice, riportando il giusto interesse sulla situazione ed esortando i suoi confratelli ad intervenire per aiutare la popolazione locale.
Papa Francesco: “Non bisogna mai lasciare la preghiera“
Le prime pubblicazioni del discorso di Papa Francesco a seguito del suo viaggio in Asia e Oceania, riguardano anche il profondo rapporto che il Pontefice intrattiene con la preghiera, Il Santo Padre ha raccontato una parte della sua routine giornaliera, concentrandosi in particolare sui momenti di riflessione di connessione con Dio, tra i più calmi e tranquilli della sua giornata. “Dopo il riposo, che mi fa bene, mi alzo verso le 4, poi alle 5 comincio la preghiera: dico il breviario e parlo al Signore” ha raccontato il Papa, spiegando che a volte il momento della preghiera del mattino è sostituito con il rosario, o con una preghiera silenziosa “davanti al Signore“.
Il Pontefice ha confessato poi che alcune volte si “addormenta nella preghiera“, un atto che riconosce come positivo perché “è un segnale che sto bene con il Signore!“. Il Papa ha quindi sostenuto di “riposarsi pregando“, riuscendo in questo modo a “non lasciare mai la preghiera“.
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