Antichi Telai 1894

Papa Leone XIV sui femminicidi: “Sono risultato di relazioni infestate dal dominio”

Nella Solennità della Pentecoste, Papa Prevost ha affrontato due spinosi temi della quotidianità: le guerre e i femmincidi. E proprio su questi si è espresso nel dolore denunciando come siano la malattia sintomo di relazioni "inquinate da fraintendimenti, pregiudizi e strumentalizzazioni"

5 Min di lettura

E’ passato un mese esatto da quell’otto maggio che ha segnato il passaggio da Bergoglio a Papa Leone XIV sul soglio di Pietro. Trenta giorni durante i quali Prevost è riuscito con delicatezza a portare una ventata di aria fresca, presentandosi con cautela e umiltà dal Loggione al mondo.

E nella domenica di Pentecoste, il Pontefice ha celebrato la messa sul sagrato di Piazza San Pietro in occasione del Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle Nuove comunità, affrontando lo spigoloso tema delle guerre e dei femminicidi. “Penso con molto dolore ai recenti casi di femminicidio”, ha confessato il Papa per poi rimarcare “il tragico segno” dei conflitti “che agitano il nostro pianeta”, e invocando “all’amore e alla pace” per “aprire le frontiere”, “abbattere i muri” e “dissolvere l’odio”.

La questione della violenza sulle donne che purtroppo nel peggiore dei casi si realizzano nell’omicidio di queste ultime, in contesti soprattutto domestici, è stata portata al centro dell’omelia dal Pontefice che ha ragionato sulle dinamiche che porterebbero a gesti così estremi. “Lo Spirito trasforma anche quei pericoli più nascosti che inquinano le nostre relazioni, come i fraintendimenti, i pregiudizi, le strumentalizzazioni“, ha spiegato Papa Leone XIV ritenendo anche che “quando una relazione viene infestata dalla volontà di dominare sull’altro“, si raggiunge l’apice della violenza, “come purtroppo dimostrano i numerosi e recenti casi di femminicidio“.

Dinanzi agli 80mila fedeli presenti, e con la concelebrazione di circa 550 tra cardinali, vescovi e sacerdoti, Prevost ha fatto fronte ad un dossier centrale nell’odierna quotidianità del mondo che riguarda la socializzazione delle società civile. “È triste – rileva il Pontefice – osservare come in un mondo dove si moltiplicano le occasioni di socializzare, rischiamo di essere paradossalmente più soli, sempre connessi eppure incapaci di ‘fare rete’, sempre immersi nella folla restando però viaggiatori spaesati e solitari”.

Mentre, lo Spirito di Dio conduce l’uomo ad avere altri punti di vista, “fa scoprire un nuovo modo di vedere e vivere la vita“, aprendo all’incontro con noi stessi oltre “le maschere che indossiamo“, porta all’incontro con il Signore “educandoci a fare esperienza della sua gioia” oltre a convincere, secondo le stesse parole di Gesù appena proclamate, “che solo se rimaniamo nell’amore riceviamo anche la forza di osservare la sua Parola e quindi di esserne trasformati“.

Una considerazione che il Papa declina con l’apertura di “frontiere anche dentro di noi, perché la nostra vita diventi uno spazio ospitale” e che sfuma in un contesto più ampio e globale che riguarda conflitti e guerre. Perché lo Spirito “infrange le frontiere e abbatte i muri dell’indifferenza e dell’odio“, in quanto “insegna, ricorda e incide nei nostri cuori il comandamento dell’amore, che il Signore ha posto al centro e al culmine di tutto“. Leone XIV desidera sollecitare gli animi nel segno dell’amore che dove esiste lascia spazio “per i pregiudizi, per le distanze di sicurezza che ci allontanano dal prossimo, per la logica dell’esclusione che vediamo emergere
purtroppo anche nei nazionalismi politici
“.

Al termine della celebrazione, il Santo Padre si è rivolto a tutti gli studenti che hanno concluso l’anno scolastico dirigendo un saluto speciale a coloro che avranno gli esami. “Ed ora, per intercessione della Vergine Maria, invochiamo dallo Spirito Santo il dono della pace“, ha scandito Papa Leone XIV alla recita del Regina Caeli, al termine della messa di Pentecoste. “Anzitutto la pace nei cuori “- ha ribadito spiegando come “solo un cuore pacifico può diffondere pace, in famiglia, nella società, nelle relazioni internazionali. Da qui, l’auspicio che “lo Spirito di Cristo risorto apra vie di riconciliazione dovunque c’è guerra e “illumini i governanti e dia loro il coraggio di compiere gesti di distensione e di dialogo“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo
Antichi Telai 1894