Paderno Dugnano, condannato a 20 anni il 17enne che uccise famiglia. Legale: “Sentenza inaccettabile”

Lo ha deciso il Tribunale dei minori di Milano che non ha riconosciuto il vizio parziale di mente del ragazzo, difeso dal legale Amedeo Rizza, nonostante fosse stato accertato da una perizia psichiatrica

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Il ragazzo che il primo settembre 2024 a Paderno Dugnano ha ucciso suo padre, sua madre e suo fratello 12enne con 108 coltellate, è stato condannato a 20 anni di reclusione. Lo ha deciso il Tribunale dei minori di Milano che non ha riconosciuto il vizio parziale di mente del ragazzo, difeso dal legale Amedeo Rizza, nonostante fosse stato accertato da una perizia psichiatrica. La corte ha però riconosciuto le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti constatate, tra cui la premeditazione. Al momento degli omicidi l’imputato aveva 17 anni mentre oggi è maggiorenne.

Il giovanissimo al momento della sentenza è rimasto impassibile, ma sarebbe scoppiato in lacrime una volta uscito dall’Aula, quando si è ricongiunto con i suoi familiari. “Lui è così, ha incassato il colpo“, ha spiegato il legale, per poi aggiungere che “è normale che abbia avuto un crollo“. L’avvocato ha annunciato che ricorrerà in appello per una sentenza che ha definito “durissima e inaccettabile“. L’attesa è ora per le motivazioni della corte, che spiegheranno i motivi del mancato riconoscimento del vizio di mente parziale. “A mio avviso è più logica la richiesta dei pm che hanno chiesto le aggravanti prevalenti sulle attenuanti e la semi infermità“, ha poi dichiarato il legale.

Le richieste della procura e della difesa dell’imputato

La corte ha approvato la richieste della Procura, che aveva chiesto il massimo della pena, 30 anni, scontata di un terzo per il rito. La motivazione risiedeva nella teoria della Procura per cui le aggravanti, tra cui la premeditazione, debbano prevalere sulle attenuanti e sulla semi incapacità di intendere e di volere. Il difensore aveva invece chiesto il proscioglimento dell’imputato per incapacità totale, sulla base delle rilevazioni effettuati da esperti sulla sua condizione psicologica, oppure che venisse comminata una pena che tenesse conto del vizio parziale e delle attenuanti.

Nella perizia depositata lo scorso 14 marzo, il ragazzo veniva descritto come incapace di vivere nella realtà e proiettato in un mondo di fantastico che lui chiamava della “immortalità“. Al fine di poter raggiungere questa dimensione, il giovane si era convinto di doversi liberare di tutti gli affetti. Secondo il perito, dunque, l’imputato era parzialmente incapace quando sterminò la famiglia, a seguito della festa per il compleanno del papà. Anche la difesa ha nominato un consulente che aveva concluso per un disturbo psichico con un vizio totale di mente.

Il giovane è al momento detenuto nel carcere minorile di Firenze e, già nelle scorse settimane, il Tribunale per i minorenni aveva disposto per il ragazzo cure specifiche in un percorso di recupero psicologico e psichiatrico.

Paderno Dugnano, la ricostruzione della tragedia

Il dramma si consumò nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2024 a Paderno Dugnano, in provincia di Milano, quando il 17enne imputato decise di aggredire la sua famiglia a coltellate, non lasciando loro scampo. Una vicenda che segnò l’Italia intera e che riaccese l’attenzione sul tema della salute mentale dei più giovani. Il ragazzo, interrogato dagli inquirenti, parlò infatti di unmalessere” che lo affliggeva da tempo e che portava a sentirsi “estraneo dal mondo“.

Il minore confessò poi di aver riflettuto sulla possibilità di uccidere i suoi famigliari diverse volte e di aver deciso di agire durante la festa di compleanno di suo padre. Il giovane non avrebbe mostrato prima segni di instabilità. Era considerato da amici e conoscenti come un ragazzo riservato, ma senza problemi evidenti. I suoi nonni hanno deciso di sostenerlo durante l’intero percorso, nonostante il dolore per la perdita dei tre famigliari.

++Articolo in aggiornamento++

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