“Io non pensavo di aver fatto niente di male… di aver sbagliato“, così Chiara Petrolini ha risposto allo psichiatra che le aveva chiesto se, nella sua decisione di seppellire i neonati in fosse non troppo profonde, vi fosse la volontà di essere scoperta. La 22enne ha spiegato che una volontà simile non sia credibile in quanto nelle sue azioni non vi sarebbe stato alcun intento nocivo.
La ragazza ha cercato di raccontare le motivazioni che l’avrebbero spinta a seppellire i suoi figli. Nel caso del primo figlio, ha specificato che si sarebbe trattato di un errore o comunque di una gravidanza non desiderata. “Ho provato timore e poi paura“, ha sostenuto la ragazza, chiarendo di aver sempre avuto il desiderio di diventare mamma. La 22enne ha poi spiegato di aver avuto un sogno ricorrente dopo i suoi due parti. Si vedeva mentre spingeva un passeggino con due neonati.
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La seconda gravidanza, invece, sarebbe stata cercata “perché la prima era andata male“. Incalzata sul perché anche questo secondo parto, allora, si fosse concluso con la morte del neonato, Petrolini ha risposto: “Pensavo fosse andato tutto bene in realtà… poi quando ho ripreso i sensi non respirava più… la causa della morte è stato proprio il taglio del cordone, ma io non ero informata, non avevo chiesto a nessuno“.
Alla domanda sui motivi dell’interruzione delle gravidanze, Petrolini ha riferito che avrebbe voluto realizzarlo, anche se senza dirlo a nessuno. La 22enne ha sostenuto di ritenere che il mondo sia “cattivo ma anche pericoloso” e di aver avuto paura di trasferire il suo dolore ai suoi figli, oltre che il timore che le persone avrebbero potuto dirgli frasi del tipo “tua mamma era così“.
Inoltre, la giovane ha aggiunto di essere convinta che il suo ex fidanzato e padre dei due bambini non avesse un reale interesse nei confronti dei neonati “perché in fondo non li aveva mai desiderati“. Infine ha sostenuto di sentire i suoi due figli vicini e che sarebbero proprio loro a “darle sostegno“.
Neonati morti, le riflessioni dei consulenti
La Corte di assise nel frattempo ha disposto una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputata, in corso di svolgimento. L’iter sarebbe appena cominciato, in quanto la relazione dei consulenti sarà decisiva per gli equilibri del processo. Le perite saranno chiamate a testimoniare il 2 febbraio 2026.
Intanto, gli esperti del Racis hanno ipotizzato che non sia possibile escludere che Petrolini, in considerazione delle dinamiche seriali connotanti il comportamento della 22enne, sia in grado di commettere nuovamente i reati commessi in precedenza.
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